Al Museo della Resistenza di Torino
proiezione di "(In)Visible Cities"
Giovedì 30 ottobre, ore 18 nella sala conferenze del
Museo Diffuso della Resistenza di Torino (corso Valdocco 4/a, ingresso libero fino a esaurimento posti) è in programma l'anteprima torinese con la presenza degli autori del documentario
(In)visible Cities di Gianpaolo Bucci e Ngalula Kabutakapua. In collaborazione con Il Centro Piemontese di Studi Africani.
Questa è una storia che non ha fine. Inizia con una giovane donna, una guida di nome Beatrice. Beatrice è nata in Italia, ma il colore della sua pelle ha sempre richiamato all’attenzione di tutti la sua origine africana. Questa è la storia del suo viaggio alla ricerca delle sue radici. Per farlo non torna nel continente dal quale partirono i suoi genitori, ma va alla ricerca di altri “come lei”, seconde generazioni e migranti. Il suo viaggio inizia nel quartiere gallese di Butetown, a Cardiff, dove il primo uomo africano a metter piede nella città fu un marinaio somalo nel 1800. Ora i somali sono il gruppo principale della “Afri-town” e nonostante lo scetticismo della popolazione locale, è un luogo che esplode di diversità e accoglienza. Beatrice, con la complicità del suo compagno di viaggio, Gianpaolo, riesce a immortalare questa apertura, questa storia e a presentarla a chi non sa che “l’intero mondo è la nostra casa”, perché tutti noi siamo un po’ migranti. Ma il viaggio non finisce qui. Beatrice e Gianpaolo si spingono oltreoceano e visitano le comunità africane di Los Angeles, New York, Chicago, Houston. Sono persone molto diverse tra loro, alcune hanno attraversato l’inferno per giungere dove sono e molte ne sono uscite e ora possono godersi un loft con vista sulla Statua della Libertà o un lavoro in un canale televisivo nazionale. L’ultima tappa di Beatrice e Gianpaolo è Istanbul, una città che nella sua efficienza, nell’architettura e nella popolazione ricorda allo stesso tempo la Svizzera, San Francisco e l’Italia. Eppure i turchi ancora si fermano a scattare foto a Beatrice ponendosi i più bizzarri interrogativi sul colore della sua pelle. Ma questo è un viaggio ancora da raccontare. Perché questo viaggio non ha una fine, deve ancora raggiungere altre nove comunità africane nel mondo e raccontarle.
La proiezione sarà seguita da un dibattito sulle tematiche dell’integrazione e inclusione sociale; parteciperanno gli autori e l'antropologa Cecilia Pennacini.
La proiezione è in inglese con sottotitoli in Italiano
18/10/2014, 13:24