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Serata Evento dedicata a Gian Maria Volonté l'11 novembre a Roma


Serata Evento dedicata a Gian Maria Volonté l'11 novembre a Roma
In occasione del ventennale della scomparsa di Gian Maria Volontè (1933-1994) ‘il più grande attore italiano del suo tempo,’ come ne scrisse ricordandone le superbe interpretazioni il regista Felice Laudadio), Alphaville Cineclub e Patrizia Salvatori dedicano la serata evento di martedì 11 novembre prossimo ad una delle sue interpretazioni più significative in seno ad un percorso cinematografico davvero unico , viscerale e rivoluzionario , realizzato tuttavia attraverso una lavoro attoriale di sottrazione capace di rendere credibili personaggi distanti eppure ugualmente e fortemente reali.

Radiato nel 1932 dai quadri del Partito comunista per aver espresso dissenso nei confronti della linea politica, Emilio due anni dopo chiede al Centro estero di Parigi di essere riammesso. Viene allora sottoposto ad una serie di colloqui con alcuni compagni. Cooptato dal Comitato Centrale, è mandato a Torino con l'incarico di individuare una spia presente nel direttivo locale del Partito. L'Ovra, che aveva seguito passo passo Emilio tra Francia e Italia, imprigiona tutti i compagni del direttivo.

«Ho girato Il sospetto perché in quel periodo, negli anni Settanta, mi interessava raccontare come le divisioni interne alla sinistra avrebbero potuto portarci a una sconfitta. La storia poteva essere ambientata solo a Torino, su questo io e Solinas fummo d'accordo fin dal primo momento. Torino era l'unica città dove la sinistra comunista, anche negli anni più bui del fascismo, ha sempre mantenuto una sua struttura clandestina che operava realmente e che aveva cellule nelle fabbriche. II fascismo lo sapeva e concentrava sulle fabbriche torinesi la sua massima attenzione e, d'altro canto, le divisioni dentro la sinistra potevano dare al fascismo un grosso aiuto. Mentre stavamo girando il film alloggiavamo all'albergo Sitea e lì incontrammo Paola Borboni, che era già molto anziana ed era una vera e propria icona dello spettacolo italiano. Ebbi un colloquio con lei, mi chiese la storia del film, fece delle osservazioni molto sensate, mi fece gli auguri e se ne andò: non ricordo un'altra donna capace di essere così magnetica anche solo in un saluto. Nel cast c'erano due torinesi come Gian Maria Volontè e Felice Andreasi, due bravi attori e anche due persone intelligenti, capaci di darmi indicazioni e suggerimenti per quanto riguardava il modo di vivere degli operai» (F. Maselli, in D. Bracco, S. Della Casa, P. Manera, F. Prono, a cura di, Torino città del cinema, II Castoro, Milano, 2001).

Opera chiaramente politica, Il sospetto sfrutta per le sue finalità i caratteri del genere poliziesco in una storia di delatori nella Torino anni Trenta, scritta splendidamente da uno dei maestri della sceneggiatura italiana, Franco Solinas. Francesco Maselli con questo film si inserisce nel dibattito interno al Partito Comunista degli anni Settanta, tratteggiando l'attività positiva e gli errori dei Comunisti nell'epoca fascista senza travisare la verità storica. Il sospetto appare in equilibrio tra le ragioni "commerciali" dell'intreccio narrativo e quelle dell'analisi politica di un periodo della storia italiana. L'accuratezza dell'ambientazione in una Torino anni Trenta chiusa e fredda nelle geometrie fasciste di una buona parte del centro storico, ben collima con le tensioni e ì sospetti di fascisti e antifascisti. Alcuni di luoghi principali della città (la basilica di Superga, il parco dl Valentino, il Museo Egizio) fanno da sfondo alla ricerca della spia da parte del protagonista, un Gian Maria Volontè misurato e attento a non eccedere in istrionismi.

Di sé Volontè diceva "Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società, per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l'arte e la vita": personalità poliedrica, grandi abilità tecniche, grande sensibilità artistica e finezza d'arguzia nella caratterizzazione dei personaggi e forte presenza magnetica sullo schermo, dimostra la sua matura recitazione non priva di toni aggressivi in tutti i personaggi che si trova a interpretare, trovando la sua dimensione ideale nel cinema drammatico di impegno politico e sociale (per la preparazione del personaggio di Moro si racconta che si concentrasse immensamente, cercando di elaborare e fissare nella mente i modi di essere e gli atteggiamenti del suo personaggio).

Ad aprire la serata cinedocumenti con protagonista Gian Maria Volontè .

07/11/2014, 11:40