SARÀ UN PAESE - Un viaggio nel presente migliore
Un viaggio in Italia, al confine tra documentario e finzione, attraverso lo sguardo puro, curioso, indagatore, sincero di
Elia Saman, un bambino di 10 anni, fratello adottivo dello stesso giovane regista
Nicola Campiotti alla sua opera prima. Un percorso di formazione che parte dal Mito, attraversa la Realtà, e sfocia nell’Immaginazione: "Abbiamo viaggiato per metterci in ascolto – spiega il regista – per realizzare un piccolo film che potesse parlare direttamente ai bambini e ai ragazzi delle scuole, come punto di partenza per una prima esplorazione e riflessione sulla realtà. Proprio per questo, i tanti incontri che si susseguono durante il film, si intrecciano con visioni oniriche e astratte, come se la nuda realtà, per essere consapevolmente accolta da un bambino, non possa fare a meno di fondersi con il Mito, che è gioco, memoria, origine".
L’inquinamento ambientale, le morti sul lavoro, l’incontro tra culture e tradizioni religiose diverse, la cittadinanza e l’identità culturale, la Costituzione della Repubblica, l’Europa, l’illegalità, i Beni comuni, il Buon Governo, il diritto al lavoro, il senso del limite sono alcuni dei temi narrati con delicatezza e sensibilità dal regista nonché principali tappe del cammino del piccolo protagonista. Sulle tracce dell’eroe fenicio
Cadmo, cui il mito attribuisce l’introduzione in Grecia dell’alfabeto, alla ricerca di un nuovo linguaggio, per ridare alle cose il loro giusto nome e restituire un senso alle parole. Così dall’urgenza civile è cominciato un percorso creativo e poi cinematografico : “Il film è nato con questa doppia anima: da una parte dare vita a degli incontri assolutamente spontanei e diretti, che abbiamo ripreso nello spirito del cinema del reale, senza intervenire in nessun modo né sulla luce né sui testi, e dall’altra degli incontri costruiti come delle scene vere e proprie, con degli attori e dei movimenti di macchina concordati. Le due scene che rispettivamente per me rappresentano al meglio questa doppia natura del film sono l’incontro con la famiglia egiziana e il sogno dei giovani in partenza. La prima è il frutto di un incontro che non avevamo preparato e che è accaduto quasi come un dono: testimoniare un confronto spontaneo e toccante sul delicato tema degli immigrati di seconda generazione. Ci siamo messi a riprendere immediatamente, con due camere, consapevoli che stava accadendo qualcosa di straordinariamente vero e intimo. La seconda l’abbiamo girata con una macchina Red quasi come se fosse un cortometraggio a sé. Avevo le idee cosi chiare di come la volevo che al montaggio l’abbiamo montata in poche ore”.
Il film distribuito da
Distribuzione Indipendente, dopo l’anteprima al
Giffoni Film Festival 2014, arriverà nelle scuole attraverso la rete dell’Agiscuola e dell’Unicef, che lo ha scelto per celebrare la giornata del 20 novembre, dedicata ai 25 anni della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ed è stato inserito da LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie nel concorso nazionale “Regoliamoci!”, giunto alla nona edizione e realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
12/11/2014, 17:37
Maria Di Lauro