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Note di regia di "A Parte"


Note di regia di
In principio c'era, come sempre, tutt'altro. Benché io guardi con sospetto a questo tipo di indagine, all'esibizione di interpretazioni disinvolte e gratuite, posso dire che A parte nasce dall'incontro con Luciano Leonesi, col suo mondo: la materia e la mia sconsideratezza concedevano più d'una possibilità.

Mi interessava l'uomo, assai prima del regista teatrale. Che si è manifestato con la forza e con la molteplicità proprie di un simbolo: incarnava cioè - almeno ai miei occhi - qualcosa di più ampio e inafferrabile. La sua arte, quell'immediatezza nell'esprimere gli stupori, la disperata allegria come gli incupimenti improvvisi del popolo, del suo popolo, non ha bisogno di approvazione, di abiti grotteschi e variopinti: il materiale che abbiamo raccolto in questi tre anni dice di un uomo che è una moltitudine, un barcone affollato, un tempo fermo, l'atroce fissità delle vecchie fotografie di famiglia, gli occhi di gomma bruciata che spauriti fissano, dai finestrini, tabelle di stazioni via via più lontane da casa. Dice della camicia pulita della domenica, degli abiti da sposa ripiegati negli scatoloni, della dignità, del chiacchierare a voce alta e tutti insieme, della ferocia dei giudizi, dell'impossibilità di un miracolo. Esattissimo e inconoscibile, Luciano Leonesi parla un linguaggio dimenticato e al tempo stesso stranamente fertile, familiare: il vuoto nel ricordo di un sogno, ossessivo e struggente nella sua apparente insignificanza.

Marcello Sartarelli è scomparso tre mesi dopo la fine della lavorazione; per quanto Luciano e io avessimo in animo di fargli visita a Roma, non ho fatto in tempo a conoscerlo: è un rammarico grande, questo, solo un poco alleviato dal pensiero che A parte - a suo modo - potrebbe essere anche uno sberleffo alla morte.

Vincenzo Fattorusso