L'AngoLo StrANieRo - Magic in the Moonlight
Dopo Blue Jasmine del 2012, dove la snob Cate Blanchett, a causa del fallimento del matrimonio e l'arresto del marito per brogli finanziari, si ritrova a vivere a casa della sorella proletaria e a parlare da sola seduta sulle panchine, è il turno della commedia romantica, "
Magic in the Moonlight", per rinnovare l’appuntamento annuale con il cinema di
Woody Allen.
Colin Firth nella parte dello specialista nell’arte dell’illusionismo, è scettico riguardo qualunque cosa di spirituale, mistico od occulto. Le sue convinzioni saranno messe a dura prova dall’affascinante
Emma Stone che si vanta di realizzare magie e di entrare in contatto con i defunti.
È stato detto tutto su
Woody Allen. I suoi incrollabili fan lo adorano per la sua capacità di creare universi paralleli e nevrotici in cui si insegue l'idea dell’amore romantico e allo stesso tempo il suo esatto contrario. E questo da cinquant’anni. Lo stesso Allen ha ammesso che sforna film non per soldi ma per sfuggire alla depressione. Così può capitare che "
Magic in the Moonlight", nelle sale italiane dal 4 dicembre, si riveli una semplice operazione nostalgia delle terre francesi.
Per farlo il regista newyorchese riprende un tema già affrontato con ironia in pellicole come
New York Stories e Scoop, la magia. E si trasferisce negli anni 20, tra la Provenza e la Costa Azzurra, epoca in cui i medium spirituali erano di gran moda. Gente famosa come ad esempio
Arthur Conan Doyle, il creatore di
Sherlock Holmes, e membri del Congresso degli Stati Uniti, li prendevano molto serio.
Firth quindi come il famoso mago Harry Houdini, ma anche come l’ennesimo alter ego di Allen, di chi si diverte a ripetere che “di nascita sono di confessione ebraica, ma poi mi sono convertito al narcisismo”. Mentre Emma Stone fa del suo meglio per dare credibilità ad una storia d’amore senza molte pretese.
Anche della brillantezza dei dialoghi alleniani si sa già tutto, così il film ci lascia con poco altro da scrivere oltre alla bellezza visiva del paesaggio e degli interni d’epoca creati dallo scenografo
Anne Seibel, alla sua terza collaborazione con Allen dopo
To Rome with Love e Midnight in Paris. È un film di
Woody Allen e comunque va visto.
06/12/2014, 12:00
Monica Straniero