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SOTTO18 - Christian De Vita: "Sogno di fare un film a Roma!"


Il regista di "Yellowbird" protagonista a Torino del festival Sottodiciotto


SOTTO18 - Christian De Vita:
Christian De Vita a Sotto18
Un regista italiano alla guida di progetti internazionali di cinema animato: non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte a un autore come Christian De Vita, romano classe 1973 che dopo aver collaborato con personaggi del calibro di Tim Burton e Wes Anderson oggi è regista di un film (battente bandiera francese) come "Yellowbird", già presentato con successo in diversi paesi del mondo e pronto a esordire nelle sale.
De Vita è uno degli ospiti principali dell'edizione 2014 del festival Sottodiciotto di Torino.

"Dopo la scuola, avendo una madre inglese, ho pensato inevitabilmente a spostarmi a Londra per trovare lavoro", ci ha spiegato a Torino. "Avevo 19-20 anni, ho lavorato con diverse mansioni a serie tv e pubblicità, mi sono formato così. Nel campo del 2D a quei tempi c'era molta richiesta, avevo preparato il mio showreel in modo molto commerciale ed è servito: per 5-6 anni sono rimasto in quel campo".

Il primo lavoro di De Vita nel campo dell'animazione è stato nel 1996 su "Space Jam". "Ero assistente animatore, e lì ho capito che non ero bravo in quel mestiere! Mi sono detto: voglio dedicarmi agli storyboard, voglio lavorare col regista e non nelle scene individuali. Del resto da ragazzo volevo fare fumetti...".

Due i lavori nel settore che spiccano nel curriculum di De Vita: "Fantastic Mr. Fox" e "Frankenweenie".

"Wes Anderson è arrivato in un periodo in cui avevo uno studio con un collega di Londra, facevamo video e spot. E' arrivata la richiesta di story artist per il film, era fine 2007 se non sbaglio, non era un regista che conoscevo benissimo... Ma è andata, eravamo sette all'inizio, poi un paio di noi sono stati chiamati a Parigi oer lavorare a stretto contatto con lui e sono andato io, sono rimasto due anni. E' stata una bella esperienza, lavorare così vicino a un regista è stato fantastico, Wes è attaccato a ogni dettaglio della produzione, a qualsiasi livello. Come storyboard artist è stato difficile, lui ha idee così precise che diventi un attrezzo e spegni il cervello, ha idee che in un certo modo ti imprigionano ma poi ti liberano, è facile seguirlo".

La stessa produttrice del film ha poi lavorato con Tim Burton e lo ha coinvolto nuovamente. "Era un mio sogno da quando avevo 13-14 anni lavorare con lui, Beetlejuice e Batman mi hanno segnato. Quando realizzi i tuoi sogni è fantastico! E poi quel film è molto particolare, abbiamo avuto più libertà di aggiungere idee creando umorismo, e presentarle a Tim per vedere se andavano bene... sono stati mesi fantastici. Tim è simpatico, è eccentrico ma ci gioca anche su con i media: nel dopolavoro è un simpaticone, abbiamo giocato a bowling alla Wii a casa sua...".

E ora De Vita è arrivato al suo lungometraggio d'esordio da regista, "Yellowbird", girato a Parigi con TeamTo. "L'occasione è venuta quasi per caso, lavoravo con TeamTo per una serie tv per Cartoon Network a Parigi. Finita quella esperienza loro stavano iniziando a lavorare alla produzione del film con un altro regista, ma non avevano la stessa visione. Hanno cambiato, ne hanno parlato con me, mi hanno chiesto idee sulla sceneggiatura e poi offerto la posizione di regista. Era gennaio del 2013: da allora il film è cambiato molto, ho avuto modo di metterci molto di me aggiungendo una iniezione di umorismo, prima era molto più dark! Mi piacciono i personaggi che sono un po' outsider, fuori dalla norma: il mio protagonista è un uccello agorafobico, con allucinazioni paranoiche e con tanti tic nervosi. Non è un tipico personaggio Disney, diciamolo. Quello che mi piace è il percorso che gli facciamo fare per farlo piacere al pubblico, sono convinto che ci sia del buono in tutti".

Un lavoro che è il giusto proseguimento della sua carriera: "Non ho voluto seguire lo stile di Wes e Tim, ognuno ha la sua caratteristica e segue la sua storia. E' il mio primo film, ho voluto fare cose diverse: da Anderson ho cercato di prendere la sua capacità di concentrazione, da Burton anche ho preso la determinazione, lui all'inizio di ogni film si mette a dieta per avere il fisico pronto!".

Costato 12 milioni di euro e tutto prodotto in Francia, il film ha uno stile visivo molto definito. "Il nostro budget non è all'altezza di quello dei film americani, non potevamo competere: abbiamo stilizzato alcune cose per migliorarne altre. Non sono un fan del fotorealismo eccessivo, come nel Tintin di Spielberg: volevamo un film che sembrasse fatto a mano, e in effetti molte cose lo sono, le piume sono come fogli dipinti, è tutto molto artigianale. Certo che non era proprio un soggetto semplice da animare, fare i Barbapapà sarebbe stato più facile!".

"Yellowbird" ha avuto buoni riscontri ai festival in cui è stato presentato, a Londra come in Francia, ha già distributori in molti paesi, in Russia è uscito con buon successo.
"Il futuro? Mi attira ancora fare storyb per grandi registi, dipende da chi però e per che progetto! Ora sono impegnato in una serie tv con TeamTo da concludere entro fine 2015 per Disney, poi si vedrà! Sogno prima o poi di tornare a Roma a fare un film, magari proprio su Roma: ma la situazione dell'animazione in Italia oggi non me lo permette proprio...".

07/12/2014, 09:35

Carlo Griseri