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FESTIVAL DI MONS 31 - "Non sposate le mie
figlie", la commedia si fa pochade


Con 12 milioni di entrate nel 2014 è stato il film più visto nel paese di Voltaire e della libertà di parola!


FESTIVAL DI MONS 31 -
Non sposate le mie figlie è stato catalogato con due stellette da diversi critici italiani. Ciò vuol dire un film di poco conto, da evitare perché è una commedia superficiale e un tantino razzista. Penso che il giudizio appena sufficiente dato al lungometraggio di Philippe de Chauveron sostenuto della interpretazione intelligente e frizzante di Christian Clavier, il padre delle spose, della sua “signora” Chantal Lauby e degli altri membri del cast sia troppo severo e manicheo.

Nonostante le situazioni paradossali e da farsa, a me è piaciuto per la perspicace ed elegante riflessione su una società tradizionalista, confrontata a problemi di matrimonio di coppie miste per estrazione religiosa ed etnica. Nella società attuale, situazioni come quelle di Monsieur Claude, anche se non portate all’estremo, non sono rare e fanno parte del mondo d’oggi. Sono diversità che dobbiamo sapere accettare.

Questa commedia sociale, made in Francia, nazione che in questo campo docet, basti ricordare Bienvenue chez les Ch'tis, sull’integrazione interna e Intouchables (Quasi amici) sul diverso, opere che per l’ altissimo indice di gradimento di pubblico e di critica sono entrati di diritto nel gotha del cinema comico-umoristico mondiale, porta uno sguardo nuovo sul melting pot francese d’oggi.

Una tipicità del lungometraggio la si trova già nel titolo nelle diverse lingue Qu'est–ce qu'on a fait au bon Dieu? Nell’originale francese il titolo è puramente metafisico con sfumature di rassegnazione cristiana. In quello italiano Non sposate le mie figlie invece si punta sull’aspetto femminile della commedia con un divieto paternalistico. In quello tedesco poi, Monsieur Claude und seine Töchter , vi è la connotazione di rispetto verso l’autorità insita nel nome Monsieur.

Non sposate le mie figlie che nel 2014 è stato il film più visto nel paese di Voltaire e della libertà di parola con 12 milioni di entrate, oggi dopo la carneficina di Charlie Hebdo verrebbe considerato, a torto, anche blasfemo in quanto fa dello spirito sulla differenza razziale, ostacolo insormontabile per l’integrazione. Però, bisogna anche considerare l’atmosfera di comicità nella quale si svolge la vicenda di Monsieur Claude e delle sue quattro incantevoli figlie.

Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese, cattolica e gollista di mezza età. Le qualità migliori per essere un buon francese. Genitori di quattro figlie belle e coltivate, tre delle quali coniugate rispettivamente con un ebreo, un arabo e un asiatico. Vivono un vita agiata nella loro bella proprietà in provincia. Sperano e pregano il buon dio di maritare la quarta con un cristiano. La loro preghiera viene esaudita. Euforici all'idea di celebrare finalmente un matrimonio cattolico, ignorano che Charles (un nome che è anche una promessa nel ricordo del Gran Charles De Gaulle), il futuro marito della figlia minore, ha origini ivoriane, (cioè è nero). Alla delusione si aggiunge l'animosità del padre di Charles, ex militare , abituato a comandare a bacchetta, intollerante e insofferente alla colonizzazione europea dell'Africa.

Tra provocazioni, alterchi, gag e vivaci scambi di vedute, l'amore avrà naturalmente la meglio anche se, in questi la commedia si fa pochade.

18/02/2015, 10:38

Augusto Orsi