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Un docu-dramma sulla Padova di fine Anni Settanta


Un docu-dramma sulla Padova di fine Anni Settanta
Un progetto per non perdere la memoria e la coscienza di ciò che è stato. Il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, con il sostegno della Regione del Veneto, ha avviato l’importante fase ideativa e di ricerca per la realizzazione di "Sinfonia in Rosso", lungometraggio, che avrà la consulenza scientifica di Carlo Alberto Zotti Minici, la produzione di Videolab di Michele Parisi e la regia di Toni Andreetta. Le riprese del progetto cinematografico sono già iniziate e mirano a realizzare un docu-dramma su Padova alla fine degli anni Settanta, anni in cui prendeva piede il movimento studentesco. Toni Andreetta, regista, attore, professore al DAMS di Padova in Teoria e Pratica del documentario, per analizzare quegli anni parte da una lunga intervista raccolta da uno dei testimoni più influenti di quel periodo: Sabino Acquaviva.

"Gran parte della narrazione di questo lavoro" - racconta Andreetta - "attinge alla lunga e contraddittoria esperienza del sociologo Sabino Acquaviva quando, docente universitario e preside di Scienze Politiche, fu testimone a Padova della rivolta studentesca alla fine degli anni ’70. Acquaviva ebbe modo di osservare quella rivolta allo stato nascente, indagando le motivazioni profonde dei ragazzi rivoltosi e scoprendo che spesso la legittima opposizione alle ingiustizie e ai privilegi, in una società in forte trasformazione, nascondeva i semi del rancore irrazionale e dell’odio, derivanti da vicende dolorose e frustranti vissute prima, in famiglia o a scuola, condizioni che spesso spingono l’animo umano a farsi ribelle ancor prima di vestire un’ideologia".

Non si tratta di un documentario sugli anni di piombo della Padova degli anni ’70 ma più precisamente di un docu-drama: "un’opera che mette insieme" - precisa il regista e sceneggiatore - "i diversi linguaggi del reportage e della finzione. Era da tempo che avvertivo la spinta a documentare, attraverso i racconti e le immagini della Padova di allora, quanto di quella temperie, oggi quasi del tutto rimossa, rimane nella memoria della gente, ma, ripeto, non si tratta di una ricostruzione storica documentaria di quegli anni ma emozionale".

Nella fase di ricerca e di ideazione, più che puntare sulla ricostruzione dei fatti che hanno caratterizzato quello scorcio degli anni ’70, il regista ha preferito indagare le emozioni e le sensazioni oggi sedimentate nella memoria della gente e soprattutto di chi ha vissuto da vicino quelle fasi di lotta armata contro lo Stato, quando Padova, punto focale delle inquietudini giovanili, era divenuta città “laboratorio” di gruppi sovversivi ed eversivi e uno dei centri propulsori degli “opposti estremismi”. "Perturbazioni che" - come dice Sabino Acquaviva -" annunciavano le future grandi trasformazioni del mondo sul piano tecnico-scientifico che vediamo oggi. Gli strumenti ideologici di sovversione e rivoluzione utilizzati dai ribelli di allora appartenevano al passato, quindi destinati al fallimento. Mentre forse il futuro del mondo si stava preparando nei laboratori, nei centri di ricerca scientifica tra coloro che lavoravano senza avere coscienza del significato politico di quanto andavano facendo".

02/04/2015, 14:54