SEEYOUSOUND 1 - I cortometraggi di 7 Inch, seconda sessione
Seconda giornata di proiezioni per la sezione di cortometraggi
7 Inch del nuovo festival cinematografico torinese
SeeYouSound, dedicato al cinema a tematica musicale.
Quanto è importante trovare un modello che ci aiuti a superare (o addirittura sublimare) i nostri difetti? Risposta scontata: tantissimo; e spesso sull’eventualità che questo incontro avvenga oppure no si decide la rotta della nostra vita. In
Anna bello sguardo il piccolo protagonista ha la fortuna di scoprire il personaggio che farà svoltare la sua vita: un artista, un cantante, un simbolo importante per sua città, ma soprattutto un uomo che amava il basket ed era… basso. Con un simpatico spunto narrativo, il regista Vito Palmieri ci accompagna tra le immagini e i ricordi che Bologna dedica a Lucio Dalla, collocando il cortometraggio a metà tra la storia intimista di un amore giovanile e il tributo, e concludendosi nel momento in cui queste due anime si incontrano. Assistiamo allora, anche un po’ commossi (bisogna ammetterlo), ad una finzione che diventa reale partecipazione.
Guardare
Bud Spencer Blues Explosion Rimini-Mezzago è come stare appollaiati per un po’ sulla chitarra di Adriano Viterbini, o sulla batteria di Cesare Petulicchio, e ogni tanto sentirsi in un frullatore. Seguirli tra un concerto a Rimini e l’altro a Mezzago ci consente una veloce sbirciatina dietro le quinte (montaggio a raffica) ma soprattutto ci regala buona musica. Nonostante le immagini effetto "telefonino che coglie l’attimo" (a volte qualsiasi) gli ottimi performer, infatti, danno anche un po’ di brividi, e l’ascolto vale proprio la pena.
Musica è tante cose, e tra le diverse visioni possibili l’Orchestra AllegroModerato ha voluto esprimere la propria interpellando i suoi componenti:
Musica! raccoglie le loro risposte in parole e azioni. “Loro” sono musicisti con disabilità psichiche e mentali che se - come si riflette sul loro sito - “avendo difficoltà nell’organizzazione del pensiero, nella gestione delle emozioni e delle relazioni, trovano nel pieno esercizio della qualità della musica la possibilità di esprimere il proprio mondo interiore e di condividerlo con profondità”, nel documentario rispondono così alla domanda su cos’è per loro la musica: “esaltazione”, “sentirsi parte di una grande famiglia”, “un punto fermo”, “condivisione”, “atmosfera che si crea”, “energia che viaggia”.
Vederli prendere lezione di strumento, di musica da camera, di coro, vederli suonare in concerto, è veramente un’occasione per aggiungere un nuovo significato alla parola “musica” nel nostro dizionario.
Piace molto il protagonista di
People are strange, tanto surreale e improbabile quanto vero. Lo vedi lì, disadattato che ha trovato un suo spazio anarchico nel mondo (interpreta il sosia di Jim Morrison sulla sua tomba al cimitero di Père Laschaise) e vorresti che esistesse davvero. Allora lo segui muoversi mentre fa cose che tu non faresti, immaginando che non possa che finire deluso e più depresso che mai. E invece…
Curiosa storia per questo film in miniatura, molto ben diretto, che riesce a raccontare tanto in pochi minuti. Non aspettatevi musiche dei Doors, ma la loro evocazione sì.
Riverbero è una vera perla. Una potenza. Un’esperienza visiva e sonora che dopo averla vissuta sembra indispensabile; e ripetibile all’infinito.
Sfruttando il fenomeno acustico del “riverbero”, i Mybosswas (studio torinese che unisce in rete registi, musicisti, grafici, fotografi, programmatori, artisti, al servizio di singoli progetti) allestiscono un'opera musicale che è anche performance, accostando la perfezione sonora a linee e forme. Su tutto il ritmo che regola.
In chiusura ciò che è sembrato divino recupera la sua dimensione scientifica grazie alla presentazione dell'ingegnere Andrea Pavoni Belli, “custode” della camera riverberante in cui è stata eseguita la performance.
Sappiatelo: bisogna superare un ostacolo prima di entrare nel mondo di
Nothing Essential Happens In Absence On Noise (“nulla di essenziale accade in assenza di rumore”). L’iniziale brusca immersione nella “vasta dimensione rumore” - tra suoni e immagini distorte - può disturbare, ma consente (evviva!) l’esperienza prima della teoria, la pratica prima della spiegazione. Il documentario, infatti, nel proporsi di presentare l’etichetta discografica “Praxis”, fondata nei primi anni ’90, dà voce ai suoi protagonisti, accoliti della Noise Music, solo nella china in cui ci sentiamo quasi persi, e, quando arrivano finalmente le loro parole, al rumore sonoro e visivo iniziale si aggiunge il senso. Che naturalmente, dopo un po’, si confonde a sua volta, iniziando le parole a disperdersi, diventando slogan, massime, o poesia…
16/05/2015, 18:00
Sara Galignano