CANNES 68 - Presentato "Il Racconto dei Racconti" di Garrone
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Il Racconto dei Racconti" di
Matteo Garrone, primo dei tre film italiani in concorso a Cannes, non ha ottenuto un grande riscontro sia alla proiezione stampa sia a quella del pubblico. Diversi spettatori sembravano frastornati dalla ricchezza tematica del film e dei mondi oscuri che esplora.
L’opus, di circa due ore, è l’incontro di due fantasie, di due creatività: quella dello scrittore seicentesco campano, che in un dialetto corposo turgido e lessicalmente sovrabbondante ha narrato e fatto vivere in modo favolistico e barocco un mondo parallelo popolato di streghe, mostri, orchi, saltimbanchi e anche re e regine di “
C’era una volta” e quella del regista di "
Reality", che servendosi di una lingua depurata e comprensibile a tutte le platee, il "British English", e sopratutto le sue immagini fastose e lussureggianti ha tradotto Basile rendendolo accessibile a tutti.
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Lo Cunto de li Cunti", ovvero "
lo tratteniemento de peccerille" fu pubblicato a Napoli dal 1634 a 1636 dal geniale scrittore campano capostipite dei più famosi narratori di fiabe da Perrault ai Grimm, da Andersen, a Tolkien e alla saga di Harry Potter. Basile con la sua raccolta di fiabe, che restituiscono perfettamente le intonazioni orali di un dialetto ancestrale rese popolare il genere favolistico.
Matteo Garrone con il suo film lo ha rivalorizzato e reso attuale.
Scegliendo tre storie tra le 50 fiabe del Pentamerone che hanno come protagoniste tre figure femminili ("
La Cerva Fatata", "
La pulce", "
La vecchia scorticata"), Garrone mette in piedi un fantasmagorico circo fatto di immagini suggestive e significati nascosti per riflettere sulla natura ambigua e spesso inverosimile dell’amore.
Le storie sono narrate singolarmente ma sono come collegate da un filo invisibile che permette al regista di riproporre temi a lui cari, quali la trasformazione del corpo, la smania per la giovinezza e la bellezza – servendosi degli archetipi di ogni favola che si rispetti e di un linguaggio visivo tipico del fantasy con incursioni nell’horror, che questa volta sottrae invece di aggiungere, permettendo a chi osserva di sentirsi costantemente parte del racconto.
Con "
Il racconto dei racconti", definito dal regista un "
film spericolato", Matteo Garrone regala allo spettatore uno spettacolo ardimentoso e coinvolgente, che prendendo spunto da situazioni fiabesche, ci riconduce alla solitudine e fragilità dell’essere umano, ma anche alla speranza di un’esistenza migliore. L’ammaliante colonna sonora è di
Alexandre Desplat e la stupefacente fotografia di Peter Suschitzky .
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Sono storie pazze” - dice il regista - “
eppure modernissime per ossessione e paradossi”: la vecchia scorticata racconta il primo lifting, nel Seicento! E quanto mi affascina la storia della pulce, l’animale più piccolo capace di catastrofe e violenze inaudite”.
14/05/2015, 15:52
Martine Cristofoli