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CANNES 68 - La Francia in competizione


CANNES 68 - La Francia in competizione
Marguerite et Julien
Marguerite et Julien di Valérie Donzelli e La loi du marché di Stéphane Brizé sono due dei cinque film francesi in Competizione. Troppi, anche se la Francia è leader della cinematografia europea.
Mon roi di Maïwenn, primo film transalpino in ordine cronologico di programmazione, quantunque sostenuto da un grosso battage dei media francesi è stato un mezzo fiasco, ma ha messo d’accordo pubblico e media.

Il lungometraggio della Donzelli e quello di Brizé sono agli antipodi per concezione e realizzazione. Il primo è un film popolare sospeso tra cronaca e invenzioni gratuite, il secondo è un documentario-fiction che filma in modo stringato ed essenziale, senza compiacenze visive un caso specifico ma comune di disoccupazione che distrugge la personalità umana.

La loi du marché è un film d’attualità che lascia il segno. La denunzia di Brizé, coadiuvato in modo eccellente da Vincent Lindon, il protagonista, è forte, toccante e amara. La vicenda di Thierry, 51 anni, che dopo 20 mesi di disoccupazione viene costretto, dalla crudele legge del mercato, ad accettare un lavoro molto al di sotto delle sue qualifiche reali, come uomo della sicurezza in un supermercato. Il nuovo lavoro, oltre all’umiliazione di dover controllare i tentativi di furto non solo dei clienti, ma anche dei suoi colleghi, gli dà un salario insufficiente per una famiglia con un figlio disabile a carico. Dopo qualche mese Thierry, per non venire a compromessi, far finta di non vedere ed accettare tutto, fiero della sua dignità, abbandona il lavoro.

Marguerite et Julien è la storia di un incesto tra due adolescenti nel XVI secolo. La promettente Valérie Donzelli ne ha fatto un polpettone dove realismo, cinema popolare, favolistica e l’inverosimile convivono malamente. Marguerite e Julien son figli del signore di Ravalet di Tourlaville. La regista, partendo da uno scenario di Jean Gruault che François Truffaut aveva rifiutato nel 1973, in quanto sembra che il soggetto fosse troppo alla moda, ne fa un miscuglio di generi. L’ambientazione è cupa ma d'epoca. I giovani amanti, 17 anni lei e 21 lui, divorati da una passione inconfessabile si amano fino alla morte per decapitazione. Sono credibili e fanno tenerezza. Però Valérie Donzelli, per rendere la tragica vicenda più appetibile, non esita ad introdurvi elicotteri da guerra, microfoni nelle aule del tribunale ed altre amenità storiche. Un vero pastiche che disamora il pubblico del buon cinema.

21/05/2015, 08:44

Martine Cristofoli