Note di regia del cortometraggio "Senza Parole"
Come riuscire a raccontare una storia in cui c’è una sola battuta di dialogo? Questa è la prima domanda che mi sono trovato ad affrontare una volta terminata la sceneggiatura. Nella fase di scrittura era diventato fondamentale eliminare quasi totalmente i dialoghi, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza e la bellezza del silenzio in una contemporaneità in cui i rumori scandiscono la nostra quotidianità. Ho ritenuto quindi una scelta opportuna il voler, da una parte, raccontare il disagio del protagonista nei confronti della contemporaneità, attraverso una regia a tratti documentaria, più vicina al racconto del reale, dall’altra sottolineare la magia delle scene più romantiche (soprattutto quelle legate alle rappresentazioni artistiche del protagonista) attraverso un approccio di regia più poetico, con movimenti di camera complessi e calibrati e con l’utilizzo di effetti visivi. Il tutto, ovviamente, senza mai dimenticare il tema che il corto, seppur con leggerezza, vuole trattare: la difficoltà di alcune persone a sentirsi integrate nella realtà, a superare i propri limiti caratteriali o ad accettare con serenità la propria disabilità.
Edoardo Palma