FUORI DAL CORO - La Sicilia, sempre bella e pericolosa
Non basta aver visto tanti film, aver frequentato Robert De Niro e avere la passione per il cinema per fare un film che funziona. "
Fuori dal Coro" infatti, si fonda su una storia che potrebbe essere interessante se non fosse prevedibile con anticipi biblici e non si basasse su elementi già abbondantemente sfruttati per procedere.
Per ricondurci al discorso sulla regionalità che costringe il nostro cinema indipendente a chiudersi su se stesso, anche il film di
Sergio Misuraca (che lo definisce un film made in Sicily...) spinge il pedale sulla Sicilia "terra più bella del mondo" senza liberarsi neanche di uno degli stereotipi a cui è legata: dalla malavita organizzata, alla disoccupazione giovanile cronica, dalle femmine belle e misteriose fino alla qualità del cibo e al marcato accento alla Gigi Burruano.
E "
Fuori dal Coro", neanche nella fase romana della storia, si libera mai da questi lacci, per decollare verso un cinema più nuovo e aperto. Nonostante una confezione tecnica rispettabile, l'opera prima di Sergio Misuraca parte bene ma si auto costringe a complicare il racconto rendendolo inspiegabilmente lento, malgrado il genere gangster movie offra spesso possibilità di cambiare marcia. Forse l'incrocio di caratteri, i bravi ragazzi siciliani un po' fessi ma con la propria morale e i banditi senza scrupoli, si frenano reciprocamente impedendo al film di prendere una piega precisa e divertente. Qualche battuta riuscita, sempre a carattere regionale però, riesce a scuotere l'atmosfera ma non basta a sostenere la situazione per tutti i 95 minuti di film.
27/05/2015, 23:11
Stefano Amadio