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ANIMAZIONE - Da Bari alla conquista del mondo...


Intervista ad Angela Smaldone, giovane talento dell'animazione impegnata sui principali film internazionali


ANIMAZIONE - Da Bari alla conquista del mondo...
Angela Smaldone
Angela Smaldone, barese classe 1981, è un nome che si sta facendo strada nel difficile e competitivo mondo del cinema d'animazione internazionale: dopo aver completato gli studi specialistici a Torino ha iniziato un lungo percorso in tutto il mondo che l'ha portata a lavorare ad alcune delle più grandi e interessanti produzioni animate degli ultimi anni (prossimamente vedremo sul grande schermo il 'suo' lavoro su "Il Piccolo Principe", appena presentato a Cannes).
L'abbiamo raggiunta a Vancouver per farci raccontare da lei come si entra in questo mondo, per farci raccontare la sua carriera fino ad ora e i suoi progetti futuri.

Come ti sei avvicinata al mondo dell'animazione?

Mi sono avvicinata al mondo dell'animazione come tutti: guardando tonnellate di cartoni animati da bambina!
Poi però, crescendo, mi sono resa conto che continuavo ad avere un interesse considerevole per il cinema di animazione, che esercitava su di me un fascino particolare più del cinema dal vero (di cui sono comunque un'accanita fruitrice). Citando Chiara Sfregola di `Camera Single`: "Io vivo di cinema. È la materia di cui sono fatte le mie giornate, i miei sogni, i miei incubi e la mia ansia".
Mi sono resa conto che il cinema d'animazione poteva costituire per me un ambito non solo di intrattenimento, ma anche lavorativo in cui esercitare ciò in cui riesco meglio: la modellazione di personaggi d'invenzione dal vero o in digitale.

Quale è stato il tuo percorso di studi?

Ottenuta la maturità linguistica a Bari, mia città d'origine, ho cercato una scuola in cui poter sviluppare questo singolare talento che avevo scoperto di avere dall'età di 16-17 anni, di modellare statuine in creta di personaggi.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia aveva appena cominciato un corso triennale a Torino; ho superato il concorso di ammissione e sono partita per il Piemonte. Dopo il CSC e una breve esperienza di lavoro su un cortometraggio in Portogallo, `Sunday Walk` di J. M. Ribeiro, sono stata ammessa alla scuola `Gobelins - Ecole de l`image` dove ho concluso il mio corso di studi, conseguendo un master in produzione audiovisiva.

Quali sono state poi le tue prime esperienze lavorative?

Dopo il master, sono rimasta a vivere a Parigi che presentava un mercato del lavoro nel mondo dell`animazione decisamente piu vivace di quello italiano. Ho cominciato in produzione, ma dopo qualche tempo sono tornata al mio primo amore, la scultura.
Non potendo praticare pero la modellazione dal vero, per mancanza di produzioni in stop motion, mi sono `riconvertita` al digitale, imparando ad utilizzare software come Maya e Zbrush, il che mi ha permesso di trovar lavoro più facilmente dapprima su delle serie televisive, come `Les aventures culturelles de Mr Loutre` et `Kaeloo` e piu tardi su veri e propri lungometraggi, come `Lorax`, `Cattivissimo me 2` e a seguire, `Kirikou 3`, `Mune` e `Il piccolo principe`.

Cosa vuol dire essere "scultore digitale"?

Uno scultore digitale o visual development artist è l`artista che per primo propone una versione tridimensionale a tutto tondo dei personaggi originali che sono creati appositamente per un film.
Quando l`idea di un film è lanciata, in genere la prima cosa che viene sviluppata è il design dei personaggi per dare subito corpo ai protagonisti della storia.
Il character designer lavora dunque con il regista per inventare le sembianze originali dei personaggi, dai principali ai secondari, alle comparse. Tra tutti gli schizzi e le proposte fatte, il regista ne sceglie alcuni, piu consoni allo stile che vuole perseguire per il film.
Quando i design sono approvati, si cerca di metterli in 3d ed è quindi in questo preciso momento che entra in gioco lo scultore digitale. Il suo ruolo è quello di creare una prima versione digitale dei personaggi, sviluppando in 3d degli studi del personaggio fino alla versione finale, per adattare un disegno bidimensionale a qualcosa che ha 3 dimensioni e possibilmente risolvere e sviluppare certi dettagli e particolari che nel disegno sono solo suggeriti.
Questa fase preliminare è estremamente creativa e propositiva, spesso ciò che funziona in 2d non funziona nello stesso modo in 3d. Quindi devo proporre soluzioni tutte mirate a migliorare il personaggio e conseguire il maggiore appeal possibile affinché funzioni in 3d da ogni punto di vista. Il software in genere usato per far ciò è zbrush che permette un`enorme libertà di cambiamento `on the fly` di volumi e proporzioni.

Parlaci del tuo lavoro in produzione, il backstage sul processo necessario alla creazione di personaggi 3d per i film di animazione.

In produzione ho avuto entrambi i ruoli di visual develpoment artist e modellatore: sono due figure complementari che intervengono l`una dopo l`altra.
Come ho già accennato, le sculture digitali che il primo crea, non sono tecnicamente utilizzabili in produzione. Occorre dunque fare appello ad un modellatore, che ha sviluppate competenze di scultura e di interpretazione dei volumi, ma il cui scopo sarà quello di riprodurre le sembianze del personaggio già scolpito, fornendo una geometria corretta e - come si dice in gergo - `clean`, sfruttabile da tutti i dipartimenti di produzione.
Una volta che il personaggio è stato rimodellato, in genere in posizione neutra (con braccia aperte a T, gambe ben dritte e espressione facciale neutra) e risponde a tutti i criteri tecnici che devono essere rispettati, è consegnato agli altri dipartimenti (rigging, texturing, lookdev) i quali lo osservano e richiedono cambiamenti tecnici in funzione di ciò che il personaggio dovrà fare nel film.
Una volta che il personaggio supera questo controllo qualitativo, è pronto per essere consegnato agli altri dipartimenti che a loro volta interverranno per finalizzare `la marionetta` che sara poi animata.

Raccontaci dei tuoi lavori più recenti, "Il piccolo principe" e "Mune": di cosa ti sei occupata? Come è stato lavorare in questi film?

Su `Il piccolo principe` e `Mune` recentemente presentati a Cannes e al festival di Annecy 2015, ho avuto il doppio ruolo di lead visual development artist e modellatrice.
Mi sono dapprima occupata di sviluppare i personaggi principali cercando nelle forme il massimo appeal possibile, dopo aver ottenuto l`approvazione artistica del regista e del direttore tecnico, ho proseguito nel lavoro di messa a punto delle geometrie di modo da fornire ai dipartimenti successivi dei personaggi tecnicamente funzionali ad essere animati.
Lavorare su entrambi i film è stata un`esperienza centrale del mio sviluppo artistico, innanzi tutto da un punto di vista umano e poi anche artistico, perché ho avuto l`opportunità di lavorare con un`equipe di persone adorabili, che erano anche tutti talenti eccezionali.
Ciascuna produzione è durata per me mediamente 6 mesi ed è stata davvero un`esperienza intensa ma estremamente gratificante.

Quali sono i tuoi riferimenti nel campo dell'animazione?

Tra i miei film preferiti ci sono chiaramente i classici Disney: pietre miliari che vanno guardati e riguardati, analizzati e studiati.
Tra i piu recenti, in genere trovo che i film Pixar siano sempre particolarmente riusciti nello storytelling, le storie sono raccontate in maniera intelligente e accattivante, per ogni tipo di pubblico.
I miei riferimenti in quanto scultrice sono i maestri del passato (Bernini, Rodin, Canova, tanto per citarne alcuni), l`osservazione della natura e della realtà in generale e poi alcuni artisti/colleghi contemporanei il cui lavoro è sempre fonte di ispirazione (Mike Defeo, Andrea Blasich, Demon Bard, Kent Melton, Raffaello Vecchioni e molti altri).

12/06/2015, 10:05

Carlo Griseri