FIGLI DI MARIA - Ricordando la Grande Guerra
Che lo si legga attraverso le parole di Papa Benedetto XV che lo definì una "inutile strage", o quelle dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia Antonio Salandra che parlò di "guerra santa", il conflitto bellico conosciuto ai più come "Grande Guerra" è destinato a restare per sempre uno dei momenti più drammatici della storia dell'uomo.
Ma la grande Storia è composta a sua volta da tante piccole storie, fatte di uomini pronti a difendere la propria patria con orgoglio in campi di battaglia in cui il fango si mescolava al sangue. Una di queste, la vicenda del Friuli Venezia Giulia e in particolar modo di Gorizia, è raccontata da
Cristian Natoli nel documentario "
Figli di Maria".
La Maria citata nel titolo è Maria Bergamas, la donna scelta per rappresentare tutte le madri italiane che si videro portar via i propri figli dall'atroce guerra e dei quali non riebbero mai indietro spoglie. La sua vicenda e quella del figlio Antonio divenuto il "Milite ignoto" si mescolano ad altre nei racconti dei discendenti di quegli eroi che vissero da vicino lo scontro sulla frontiera tra le truppe italiche e quelle dell'impero austro-ungarico.
Oltre alle importanti interviste di taglio storico, ciò che rende particolarmente interessante il lavoro condotto da Natoli è l'utilizzo delle immagini di repertorio e delle ricostruzioni. Video, fotografie e animazioni velocizzate e saturate per creare effetti disturbanti si mischiano a terrificanti effetti sonori, creando nello spettatore un senso di crescente angoscia e dolore.
Particolarmente toccante è l'utilizzo delle "lettere dal fronte", struggenti composizioni ricche di orgoglio e tenerezza che non vengono solo citate, ma diventano a loro volta dei veri e propri "personaggi" funzionali al racconto.
Un film innovativo che dimostra come sia possibile riuscire a fare "didattica" e buon cinema al tempo stesso.
28/06/2015, 10:29
Antonio Capellupo