I vincitori del IX premio l’Anello Debole
Un “muro” apparentemente insormontabile, fatto di tre reti d’acciaio parallele, alte 6 metri e piene di filo spinato. È la barriera di Melilla, enclave spagnola sulla costa del Marocco, porta d’accesso all’Europa che migliaia di migranti africani tentano quasi ogni giorno di forzare, respinti brutalmente dalla polizia sotto gli occhi di indifferenti golfisti che giocano nel soffice green adiacente. Un muro pieno di ipocrisia, di violenza, di corruzione. E che è oggi il simbolo più potente (insieme a Lampedusa, Calais e al fiume Evros tra Turchia e Grecia) dell’atteggiamento dell’Europa verso le masse di popolazioni povere e perseguitate che bussano ai suoi confini.
La storia di Melilla ha dominato il IX
premio l’Anello debole, il riconoscimento della Comunità di Capodarco per i migliori video e audio cortometraggi sui temi sociali e ambientali, assegnato sabato 27 giugno nella serata presentata dal direttore artistico Andrea Pellizzari. Una premiazione giunta al termine di un
Capodarco L’Altro Festival particolarmente ricco di ospiti (Mastandrea, Garrone, Fofi, Zonta…) e spettatori (2.400 presenze nelle sei serate sulla terrazza della Comunità marchigiana).
Vincitore della categoria videocortometraggi della realtà è stato dunque il reportage “
Melilla, la frontiera della vergogna” di
Francesca Nava (16'), trasmesso nel programma de La 7 “Piazza pulita” e prodotto da Magnolia.
Mentre “
Bastione M.”, un altro reportage inedito su Melilla, realizzato da
Andrea Cocco,
Marzia Coronati,
Marco Stefanelli (25') e prodotto da Amisnet, si è aggiudicato il
premio per gli audio cortometraggi. Due opere che hanno colpito allo stesso modo sia la giuria di qualità che la giuria popolare, che li ha potuti apprezzare venerdì 26 e sabato 27 giugno nella “
Notte dei corti” e sul “
Radio Bus”. Un’unica vicenda trattata in entrambi i casi con una particolare ricchezza di contenuti e di spunti utili per comprendere tutte le dinamiche principali del fenomeno migratorio. I due premi sono stati consegnati rispettivamente dal presidente della Fondazione Carifermo Alberto Palma e dall’assessore alla cultura del comune di Fermo Francesco Trasatti.
Ha invece vinto il
premio per la categoria video cortometraggi di fiction “
L’impresa” di
Davide Labanti (16'), storia nera e scomoda del tragico salvataggio di un’azienda in crisi, recitata da attori del calibro di Giorgio Colangeli e Franco Trevisi. Premio consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista.
La quarta ed ultima sezione del premio, quella dei
video cortissimi, è stata vinta da “
Shame and glasses” di
Alessandro Riconda (5'), dove un bambino supera in modo inaspettato la paura di farsi vedere mentre indossa gli occhiali dalla coetanea di cui è innamorato.
Legate ai cortissimi anche le opere che si sono aggiudicate i due
premi speciali in palio quest’anno. “
Puliamo il mondo” di
Andrea Tubili (35''), geniale spot per l’omonima iniziativa di Legambiente, ha vinto il premio per il miglior video sui temi ambientali e sulla “economia circolare” messo in palio dal consorzio Ecopneus e consegnato dal suo direttore generale Giovanni Corbetta.
Mentre “
Dear future mom”, ha vinto il premio per la migliore campagna sociale diffusa prevalentemente su web. Centrata sul video realizzato da
Luca Lucini (2' 28''), la campagna è stata promossa in tutto il mondo da Coordown, capofila insieme ad associazioni simili di 9 paesi in un progetto di comunicazione per la giornata mondiale della sindrome di down: solo con questo video sono state raggiunte su Youtube quasi 7 milioni di visualizzazioni. Premio consegnato dal consigliere regionale delle Marche Francesco Giacinti.
Erano 21 quest’anno le opere finaliste per le quattro sezioni ufficiali (15 video e 6 audio) selezionate dalla giuria di qualità sulle quasi 200 pervenute. Al centro non solo l’immigrazione ma innumerevoli altri temi come il mondo visto con gli occhi dei combattenti dell’Isis, gli sforzi per arginare l’ebola, il riciclo e la sostenibilità insieme alla denuncia di crimini ambientali poco noti. E poi i tanti risvolti della crisi economica, il lavoro come opportunità di inserimento sociale e di un nuovo equilibrio mentale; il carcere, l’adozione, la disabilità, con tutte le emozioni e gli affetti che li caratterizzano.
28/06/2015, 15:56