Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "In un Posto Bellissimo"


Note di regia del film
Arriva un punto nella nostra vita in cui le relazioni, anche le più intime, prendono una forma che naturalmente tendiamo a conservare. Sappiamo, o ci sembra di sapere, cosa vogliamo e cosa abbiamo paura di perdere. Conveniamo che alcuni comportamenti sono o non sono ragionevoli, e lo stesso vale per alcuni sentimenti. Ma il cuore bambino, crudo e forte, con cui sentivamo le cose, il cuore ferito dalla perdita e reso felice da una sciocchezza, l’unica cosa con cui siamo venuti al mondo, dov’è finito? Quando abbiamo deciso di non dargli più retta?
In un posto bellissimo somiglia a un racconto di suspense, una suspense dei sentimenti e degli affetti. All’inizio guardiamo da fuori la vita di Lucia, la tenerezza con cui la abita, lo sguardo e i pensieri sempre rivolti a suo figlio e a suo marito. C’è solo un timore che affiora, ma viene subito ricacciato dentro, un timore tra i più banali ma non per questo meno doloroso: che lui, Andrea, abbia un’altra e possa lasciarla. Lucia è una donna semplice, debole e spaventata, che negli anni ha demandato al marito la responsabilità di decidere cosa è giusto e normale e cosa non lo è. Ora si chiede cosa dovrebbe fare per riportarlo a lei, tenta goffamente di richiamarne l’attenzione, sembra sempre sul punto di affrontarlo e parlargli, ma alla fine si tira indietro. Poi cominciamo a intravedere che forse il vero pericolo è altrove, forse ha un altro volto, e allora potrebbe essere quello più straniero, quello di Feysal, il ragazzo che vende robaccia per strada e non si sa come faccia a vivere. Lucia sta in guardia, come tutti ha imparato che non dobbiamo fidarci, che queste persone non hanno niente da perdere e sono capaci di qualunque cosa. È da lì che arriverà il colpo? Eppure Lucia sente quel ragazzo incredibilmente vicino, più vicino dei suoi stessi genitori, di suo marito e di suo figlio, dei nuovi amici che ha conosciuto alla scuola guida, della sua socia con cui lavora da anni, di tutte le persone che popolano il suo piccolo mondo tranquillo in una delle molte città del nord Italia ricche di storia e bellezza.
Lucia non può confessare a nessuno quello che prova quando è insieme ad Feysal, neanche a se stessa: con quel ragazzo gli sembra di tornare a tanti anni prima, quand’era con la sua amica del cuore che ora non c’è più. La stessa libertà, la stessa leggerezza. A ogni passo si poteva cambiare direzione, di ogni presunta regola di saggezza si poteva ridere. Ma Lucia ora è cresciuta e Andrea, l’uomo che ama e che ha avuto il terrore di perdere dopo quella piccola sbandata per un’altra, decide di tornare da lei, rassicurandola del suo amore. Ora sembra di nuovo tutto a posto, il pericolo è stato scacciato. Di nuovo la famiglia è felice e al sicuro. Ma come in ogni racconto di suspense che si rispetti,
solo alla fine il puzzle si compone e ne vediamo il disegno per intero. La debolezza di Lucia è la sua stessa sensibilità e non le resta altra scelta che prendere da lì la forza necessaria per compiere una scelta inaspettata. Non c’è nessuna logica, né salvezza possibile né sicurezza, se per non perdere il resto perdiamo noi stessi.

Giorgia Cecere