LOCARNO 68 - Apertura con "Ricki and the Flash"
Ricky and the Flash di Jonathan Demme con una Merly Streep “evergreen” anche se un tantino stagionata per ruolo di mamma matura e stravagante, è stato un inizio col botto che gli amanti del rock e tutto il pubblico della Piazza ha gradito.
Lo scorso anno si era stati coinvolti e travolti dalle vicende della wonder woman
Lucy (Scarlett Johanson) di Luc Besson, quest’anno invece siamo stati ammaliati dalla travagliata storia di una star del rock che per l’amore della musica e per realizzarsi non aveva esitato ad abbandonare la famiglia ed accantonare le responsabilità di madre. Però il suo senso di “maternità” è tale che, quando Mamie Gummer, sua figlia (anche nella vita reale-molto brava e espressiva) che sta attraversando un periodo di profonda depressione, per l’abbandono del marito, ha bisogno di lei, non esita a piantare temporaneamente il rock e correre dalla prole.
E’ un ritorno temporaneo con molti disillusioni e rimpianti. Il marito si è felicemente risposato e i figli, in un ambiente piatto e borghese, hanno trovato la loro strada. Film buonista che sfiora diverse problematiche della famiglia e della società d’oggi: l’educazione della prole, il ruolo della seconda madre, l’omosessualità di un figlio, e soprattutto il posto della madre nella famiglia. Tematiche servite allo spettatore in scene familiari interessanti o meno ma in modo prammatico ed epidermico. Fortunatamente che Meryl con la sua superlativa bravura di attrice e caratterista è là per far si che il film scorra con andamento di commedia avvincente e brillante. Diverse le scene da manuale di ambientazione e recitazione nelle quali non manca un raffinato umorismo: i diversi incontri e scontri tra madre figlia fatti di rabbia e tenerezza, la scena madre della resa dei conti tra la madre biologica e la madre acquisita e l’affresco del matrimonio piccolo borghese che viene snaturato ma vitalizzato dal travolgente intervento musicale rock del suo gruppo.
La forza del lungometraggio è la travolgente bellezza del film-concerto suonato da Meryl Streep durante tutto l’arco del film che è un abbraccio tra musica ed immagini per far rivivere le canzoni preferite da Demme come
American Girl, già sentita ne
Il silenzio degli innocenti. Non è la prima volta che Meryl Streep si confronta con ruoli «musicali». In anni recenti, ad esempio, ha cantato e ballato nel musical
Mamma Mia!
L’amalgama e il dosaggio tra dialoghi e musica riesce quasi sempre e lo spettatore non si annoia, anzi si diverte. Il film di Jonathan Demme è una prima mondiale. Uscirà solo a giorni nei cinema statunitensi. Per questo motivo non è stato accompagnato a Locarno dal cast o dal regista.
07/08/2015, 08:06
Augusto Orsi