LOCARNO 68 - "Bella e perduta", unico italiano in concorso
E' il giorno dell'Italia con il film
"Bella e perduta" di Pietro Marcello, in lizza per il Pardo nel concorso internazionale. Ultima realizzazione del giovane regista casertano che si è già fatto apprezzare nei precedenti lavori, sempre molto attento al lato umano e sociale, con uno sguardo efficace e penetrante alla nostra bella Italia spesso dimenticata, per fortuna non da tutti. Il progetto nasce dalle pagine di un libro di Piovene e dall’idea di fare un “viaggio in Italia” lungo tutto lo stivale, partendo dai luoghi delle nostre origini.
La Campania viene definita come prima tappa, mettendo in evidenza la figura delll’angelo di Carditello, Tommaso Cestrone che, in una reggia borbonica in abbandono da secoli, si prende cura di preservarla nonostante gli scempi e i furti della camorra, salvando i bufali maschi da un destino di estinzione segnato perchè poco utili se non solamente alla pura riproduzione.. Ma poi – inaspettatamente nel mezzo delle riprese – Tommaso muore, e all'autore è sembrato importante proseguire quel racconto in quella terra, attraverso un film che è al tempo stesso un documentario e un sogno, ma che definirei una fiaba contemporanea. E qui entra la commedia dell'Arte nella figura di Pulcinella. Maschera ribelle e irriverente della tradizione Campana, che con vitalità e in connessione tra il mondo dei vivi e dei morti, rientra sulla madre Terra nella Campania dei giorni nostri, per esaudire le ultime volontà di Tommaso (Tommaso Cedrone), il pastore e custode della Reggia di Carditello. Mettere in salvo un giovane bufalo campano Sarchiapone (che ha la voce di
Elio Germano). Nella residenza borbonica abbandonata nel cuore della terra dei fuochi, Pulcinella trova il bufalotto e portandolo con sé verso nord, i due 'servi' intraprendono il lungo viaggio nell'Italia "bella e perduta" che non finirà con quello che speravano di trovare. Tra scenari mozzafiato e riflessioni provocatorie, il regista ci interroga sulla bellezza di questa nostra terra e sulla facilità dell'uomo di "violentarla" continuamente, senza riuscire ad ascoltare il suo grido di dolore.
Dichiara il regista; "Ho imparato a guardare l'Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia:
bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella. Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e perduta – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà. Carditello è l'emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell'orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e sfacimento; e allo stesso tempo questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine"
09/08/2015, 14:18
Luca Corbellini