VENEZIA 72 - La Prima Luce
Asciutto come i suoi documentari,
La Prima Luce di
Vincenzo Marra è un film che prende lo spettatore. Malgrado lo stile "oggettivo", la quasi totale assenza di un tappeto musicale, la freddezza del racconto ma anche delle immagini e dei rapporti tra i personaggi, il film del regista napoletano ha qualcosa nella tematica che riesce ad aprire uno spiraglio, e a tenerlo aperto, nello spettatore.
Marco,
Riccardo Scamarcio è un avvocato, padre di un bambino di 8 anni la cui madre sudamericana (
Daniela Ramirez) vuole a tutti i costi tornare al suo paese con il figlio. Senza alcun tipo di compromesso, la donna vuole lasciare il marito (anche se non sono sposati) e un giorno, ritrovati i passaporti, prende il bambino e scappa in senza lasciare alcuna traccia.
Marco si mette a cercare il figlio coinvolgendo Ambasciate e Ministeri ma alla fine è costretto ad andare di persona in America Latina per riuscire a ritrovare qualche traccia di suo figlio.
Con un
Riccardo Scamarcio credibilissimo e misurato in ogni aspetto del suo ruolo, avvocaticchio senza scrupoli, padre presente e marito in conflitto, il film procede con il ritmo giusto ponendo interrogativi che spesso si fanno a parti invertite, quando cioè è la madre ad essere vittima di una prepotenza. Con tutte le loro normalità, i personaggi procedono verso un cambiamento, anche estetico (lui peggiora, lei migliora), che forse porterà entrambi a fare un passo per evitare la catastrofe.
La Prima Luce, presentato a Venezia nelle Giornate degli Autori, uscirà in sala distribuito da Bim il
24 settembre.
02/09/2015, 09:15
Stefano Amadio