Martin Boudot e Jules Giraudat con "
The real price of your mobile phone" per la sezione
Videoreporting Inchieste, Xavier Muntz con "
Surrounded by Isis" per la sezione
Videoreporting Reportage, Valerio Muscella e Paolo Palermo con "
Hotel 4 stelle" per la sezione
Crossmedia Reporting, Marcello Brecciaroli, Manuele Bonaccorsi e Salvatore Altiero per la sezione
Focus on Italy, con il progetto "
Italian Offshore. Who wins and who loses in the new oil rush in the Italian sea?" sono i vincitori della prima edizione del
Dig Award.
Nella sezione che tratta temi di rilevanza civile ed economica per il
Premio Coop “Cibo, consumi e ambiente” ha vinto Paul Moreira con l’opera "
Transgenic Wars". COOP, dalla parte del giornalismo d’inchiesta anche sui temi della responsabilità ambientale, dopo le tre giornate del Giornalismo di Riccione porterà il
Dig Award ad
Expo 2015 dove il filmato vincitore del
DIG Award Premio Coop sarà proiettato a Milano all’interno del padiglione “
Future Food District” di
Expo.
Nella sezione speciale
DIG Data dedicata al data journalism del
DIG Award, hanno vinto Iacopo Ottaviani e Isacco Chiaf con l’opera "
E-Waste Republic". L’istituzione della sezione speciale dedicata al data journalism conferma il ruolo fondamentale nell’ecosistema dell’innovazione e nella promozione della cultura digitale della partnership tra DIG e TIM, primo partner dell’iniziativa.
La giuria del
DIG Award, presieduta da Günter Wallraff, ha preso atto che le inchieste vincitrici, come anche d’altra parte tutte le 14 opere finaliste, hanno portato alla luce emergenze di strettissima attualità. La giuria non si è basata solo sull’importanza dei vari temi trattati. Le inchieste e i reportage finalisti si sono distinti, infatti, anche per la completezza della documentazione, l’originalità dello sguardo, quelle capacità di ‘raccontare’ che hanno trasformato due strumenti storici del giornalismo in generi “alti” dell’intero linguaggio video.
I temi trattati nelle inchieste sono complessi e socialmente rilevanti. Multinazionali che, con i loro profitti, sono le uniche vincitrici della rivoluzione mobile: ma qual è il costo umano e ambientale nei paesi di produzione di Cina e Congo se poi nel mondo ci sono più telefoni cellulari che spazzolini da denti? E poi storie di migranti, Isis, terrorismo, mafie e ambiente, salute e lavoro, crisi economiche, guerre, disordini civili, carestie, disastri naturali. E ancora storie italiane, di Paesi in eterno conflitto del Mediterraneo, dell’Europa dell’Est, dell’Africa, dell’Estremo Oriente. Narrazioni da tutto il mondo, raccontate da 280 autori partecipanti al
DIG Award 2015, organizzato a Riccione dall’Associazione DIG – Documentari, Inchieste, Giornalismi.
"
DIG è oggi un network internazionale che sostiene il giornalismo di qualità" – ha sostenuto
Matteo Scanni, presidente dell’Associazione DIG – "Il suo obiettivo è contribuire alla produzione di storie importanti per il pubblico europeo. Vogliamo offrire ciò che manca: una casa dedicata al giornalismo d’inchiesta, dove far incontrare domanda e offerta. Con questa edizione “zero” dei DIG Award i primi passi sono stati fatti, nei prossimi mesi lavoreremo con i nostri partner europei per costruire concretamente una piattaforma destinata a durare nel tempo".