ViaEmili@DocFest 2015 - Il megafono di "Eco de Femmes"
Eco de Femmes - Femmes, Terre, Économie è una testimonianza o, meglio ancora, un megafono attraverso il quale alcune donne tunisine e marocchine delle zone rurali raccontano la loro esperienza, il loro impegno e i conseguenti risultati lungo l’impervia strada verso l’emancipazione femminile mediante il lavoro.
Le donne che vivono nelle aree rurali del Maghreb rappresentano oltre il 35% della popolazione femminile e svolgono, sfruttate e sottopagate, un ruolo chiave nell'agricoltura, costituendo circa l'80% della manodopera.
Con un analfabetismo del 70 % in Marocco e del 50% in Tunisia queste donne individuano nell’istruzione il fattore determinante per migliorare la propria condizione, raggiungendo la consapevolezza dei propri diritti e delle proprie capacità, e trovano nella cooperazione, nel lavoro fatto insieme, la forza per realizzare i loro sogni.
Tra natura immensa e colori accesi (le immagini curate e le inquadrature ricercate ci accompagnano durante il bellissimo viaggio lungo un territorio che affascina) impariamo a conoscere
Zina, Jamila, Halma, Fatima, Cherifa, Swassen e Marwa, ciascuna con la propria storia. E si condivide la scelta della regista,
Carlotta Piccinini, di restituirci da un lato la pura osservazione del loro lavoro, senza intromissioni, dall’altra le loro parole raccolte nella dimensione domestica delle proprie case, dove esprimono con orgoglio quello che pensano, quello che sono e quello che vogliono diventare.
Mani che tessono tappeti sui telai, mani che raccolgono l’alfa (erba spontanea) e ne fanno oggetti di artigianato, che raccolgono erbe medicinali, mani che fanno il cous cous, l’argan, mani cotte dal sole tra le viti, e mani che insegnano a scrivere, a leggere, a imparare.
Chi arriva dalla città (e decide di restare anche come forma di attivismo sociale) sottolinea la grande differenza tra la condizione femminile urbana e quella rurale (troppo emarginata), dove nel secondo caso non si conoscono i propri diritti e si vive nell’ingiustizia, e in questo modo evidenzia la necessità di non lasciare inascoltate le voci di chi prova a cambiare le cose.
06/11/2015, 10:42
Sara Galignano