FESTA CINEMA ROMA - "Il bambino di vetro", i segreti di famiglia
Giovanni ha dieci anni ed è nel pieno di quell'età in cui si ha voglia di scoprire tutto del mondo che ti circonda, che si tratti di una misteriosa tana di topolini vicino scuola o di un vicino di casa intento a costruire un galeone di legno. Ma a volte certi misteri risultano più grandi di quello che si creda e se a custodirli sono i tuoi genitori, per arrivare alla verità si rischia di rimanere scottati.
Questo è quanto Federico Cruciani mette in scena nel suo "
Il bambino di vetro", dramma interamente ambientato a Palermo, presentato in anteprima in concorso in Alice nella città in occasione della Festa del cinema di Roma.
Il regista tenta di mantenere vivi due differenti livelli narrativi che ruotano attorno alla figura del padre (interpretato da Paolo Briguglia), la misteriosa carriera da portantino di stupefacenti per la mafia siciliana dietro ad una veste da pescivendolo e la crisi matrimoniale di cui, a farne maggiormente le spese, è il figlio adolescente. L'intenzione riesce però a metà, perché se Briguglia riesce bene nel ruolo di padre amorevole e al tempo stesso distaccato, non risulta altrettanto convincente nei panni del cattivo, dell'affiliato al mondo criminale.
Il film di Cruciani ricorda certo cinema italiano impegnato degli anni '90, ma ha la pecca di non riuscire ad andare sino in fondo, accennando alcune situazioni ma non sporcandosi mai davvero le mani. Molti personaggi di contorno finiscono così per risultare funzionali solo a qualche sequenza di raccordo, ma perfettamente inutili ai fini della storia stessa.
Niente male la prova del giovane protagonista, che convince nel ruolo del figlio pronto a tutto che, nonostante provi a nascondere le proprie emozioni o dei piccoli segreti, risulta sempre puro, cristallino, quel “bambino di vetro” che il regista gli chiede di interpretare.
20/10/2015, 19:05
Antonio Capellupo