FESTA CINEMA ROMA - "Filmstudio Mon Amour" - Interviste
Toni, un documentario sul Filmstudio, come ti è venuta, prima la passione poi l'idea di fare un docuementario su questo luogo?
"La passione mi è nata per caso, andavo a vedere i film di Kaurismäki quando in Italia non li faceva nessuno, le retrospettive sugli autori francesi, i noir americani. Questo quando stavo all'università e poi, frequentando i gestori, chiacchierando dopo le proiezioni c'erano queste storie meravigliose sugli anni d'oro di questo luogo e nel momento in cui
Armando Leone, che è l'attuale anima del Filmstudio, mi ha proposto di fare un documentario, la curiosità di scoprire altro mi ha spinto a fare il film".
Armando Leone gestisce il cinema di Trastevere sin dai primi anni 80 e insieme a Toni D'Angelo ha spinto per la realizzazione del documentario
"L'ho proposto a Toni perché volevo che un giovane, esterno a quel mondo cresciuto negli anni 60, raccontasse senza giudizi la storia del Filmstudio che poi è la storia di una Roma molto viva culturalmente cresciuta in quegli anni e devo dire che, dopo circa tre anni tra riprese e post produzione, secondo me c'è riuscito benissimo".
Di chi è la colpa per il progressivo abbandono delle strutture culturali e di una cultura sempre meno legata ai giovani?
"Quello che dice Roberto Silvetri io l'ho condiviso" aggiunge Toni D'Angelo "e l'ho montato nel film. Forse è vero che i problemi delle giovani generazioni con la cultura esistono per colpa loro, perché loro non sono stati capaci di trasmettere e conservare quello che di buono hanno fatto".
21/10/2015, 15:55
Stefano Amadio