GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI - Quando ogni certezza svanisce
Più che un adattamento, "
Gli Ultimi saranno Ultimi", sembra un arrangiamento da una pièce teatrale. Il lungo monologo della protagonista Luciana,
Paola Cortellesi, che accompagna l'intero svolgersi del film, è nei fatti un racconto fatto direttamente al pubblico per parlare di sé, delle radici e delle motivazioni che hanno portato in quel punto preciso.
Al cinema le parole di Luciana, donna incinta che perde il lavoro e in crisi con il marito,
Alessandro Gassmann, sarebbero del tutto superflue, ma purtroppo non lo sono, se solo il film avesse mostrato qualcosa di più dei personaggi, scavando in maniera meno invadente possibile evitando i molti stereotipi e le ripetizioni. Il momento di follia dettato dalla disperazione può giustificare il gesto estremo ma di sicuro non il racconto teatrale di un passato che avremmo preferito vedere sullo schermo.
Il film di
Massimiliano Bruno sembra antico nelle tematiche, già affrontate tante volte dal cinema e superate quotidianamente dalla televisione. La crisi, le lavoratrici sempre in bilico e a rischio licenziamento in caso di gravidanza, ma anche il caso dei ripetitori di Radio Vaticana a Cesano, con la loro inquinante, sacra invadenza, appartengono alla cronaca di qualche anno fa. Bruno e i suoi sceneggiatori (Cortellesi, Andreotti e Corsi) le affrontano senza troppo approfondire, lasciando i loro personaggi in balia degli eventi e mai capaci di reagire. Ottenere giustizia non è un diritto, con la vita di provincia che sembra portare inevitabilmente verso la sconfitta.
Interessante ma molto poco inserita nello svolgimento del racconto è la storia del poliziotto Antonio Zanzotto, un
Fabrizio Bentivoglio ben calibrato nella divisa azzurra, ma che trova un collegamento con Luciana solo nel finale, così flebile da non giustificare il racconto in parallelo delle loro avventure. Comunque Bentivoglio e la sua collega di pattuglia, la bravissima
Maria Di Biase, hanno il merito di essere nella scena veramente più toccante del film, con la Di Biase che merita un elogio per il personaggio secondario più credibile e riuscito.
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Gli Ultimi saranno Ultimi " sembra rimanere sempre sulla superficie, con i personaggi molto stereotipati e le situazioni non abbastanza approfondite per giustificare un'operazione difficile da inquadrare in un genere preciso. Non perché questo sia indispensabile, ma capire se ciò che si guarda è un dramma, una commedia amara o un film di denuncia può sicuramente dare una mano a trovare una chiarezza che fino alla fine non arriva.
09/11/2015, 15:45
Stefano Amadio