MEDFILM FESTIVAL - "Napolislam"
Si va dal ragazzo che si converte perché deluso dall’impegno politico, alla ragazza che diventa Amina per amore di un giovane algerino, al disoccupato che trova una risposta all’ingiustizia sociale. E poi ci sono le donne, divise tra la voglia di seguire i precetti, come quello di indossare il velo, e la necessità di trovare un lavoro per cui quel velo non sarebbe ben visto ma che non le fa sentire schiave e al contrario le rafforza nell'identità e le protegge.
Persone diverse, in "
Napolislam", che hanno trovato nel Corano una risposta al consumismo sfrenato o “un libretto per le istruzioni dell’uomo” come dice l'Imam di Piazza Mercato ,
Massimo Cozzolino Abdallah. Il progetto cominciato nel 2007 ha dato la possibilità al regista di stabilire un rapporto di fiducia con i convertiti, altrimenti restii a far entrare una telecamera nelle loro vite private.
È stato poi girato tra il 2014 e il 2015, anno dell’attentato alla redazione di
Charlie Hebdo ma i neo-musulmani di Pagano condannano l’Islam come metafora del terrore e lo promuovono come modello di civiltà.
È straniante sentire queste persone con forte accento napoletano che seguono le regole coraniche e affrontano il tema islamico con i loro familiari. Ne nascono anche momenti di grande comicità come la storia di Giovanni Yunis: proveniente da una famiglia cattolica osservante, si è convertito e si è messo a studiare l'arabo nonostante sia ormai anziano. Sua moglie, però, non si è convertita: «A me la chiamata non l'ha fatta nessuno! A me non mi è venuto niente dal Cielo e io sto bene cosi!», ribatte con ironia mentre il marito spiega come si è sentito chiamato da Allah. Eppure i due continuano a convivere pacificamente, a dormire nello stesso letto dietro il quale campeggia l'effigie della Madonna, nelle stesse stanze in cui Giovanni stende il tappetino verso la Mecca per pregare.
Napoli è da sempre una città devota, sempre ricca di spiritualità, la sua religiosità è continua, quotidiana, dal sangue di san Gennaro, tra sacro e profano. Così la fede islamica dei protagonisti va a fondersi con la loro cultura napoletana che è sempre stata islamica-cristiana-ebraica, popolo arabo e popolo napoletano hanno molto più in comune di quanto ciascuno ne abbia con il Nord Italia e il Nord Europa.
Ernesto Pagano è attento, in questo docu-film, a non lanciare allarmi sull'islamizzazione delle periferie come metafora di una conquista territoriale: napoletani che non sanno magari esprimersi in italiano, ma recitano perfettamente le preghiere in arabo. Napoli è da sempre capitale di tolleranza, di dialogo con le minoranze, una città che insegna la convivenza delle diverse civiltà del Mediterraneo, mare fra le terre, crocevia di popoli, culture, lingue e religioni. Non una civiltà ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre, un crocevia antichissimo.
Vincitore del Biografilm Italia Award 2015, "
Napolislam" dimostra come sia il Sud Italia il vero territorio che può fornire dialetticamente prospettive nuove per prassi di vicinanza umana. Napolislam appunto: avanguardia ipotetica di un’ Europa che si sta lentamente islamizzando. Integralisti? No grazie siamo napoletani!
11/11/2015, 18:44
Maria Di Lauro