I vincitori della 35ma edizione del Festival
di Cinema Africano di Verona
PANORAMAFRICA
Premio Miglior Lungometraggio
DECOR di Ahmad Abdalla
Motivazione: Per la complessità del tema trattato e il coraggio di mostrare una protagonista alla ricerca di una nuova strada nella propria realizzazione personale e professionale. Un'opera di alta qualità per la produzione e le tecniche di narrazioni usate insieme alla interessante delicatezza di suoi attori nella partecipazione armonica allo svolgimento del film.
Menzione Speciale
DIFRET- Il coraggio di cambiare di Zeresenay Berhane Mehari
Motivazione: Per l'approccio con cui é stata sviluppata la storia e il tema di grande attualità in Africa. Per mostrare come la violenza verso tutte le donne sia un problema non di una religione in particolare ma piuttosto di una mancanza di educazione e di consapevolezza nella rilettura aggiornata della tradizione che rischia di non essere piu sinonimo d'identita bensi di impedimento allo sviluppo umano.
AFRICA SHORT
Premio Miglior Cortometraggio
KWAKU di Anthony Nti
Motivazione: Per la freschezza e la vivacità con cui é stato trattato e girato l'intero corto che mostra un'Africa che non attende alcuna assistenza per trovare soluzioni pratiche per una vita migliore. Per il volto del protagonista che mostra un Continente giovane che non ha paura di affrontare i poteri antichi ed adulti.
Menzione Speciale
Ai giovani attori ed attrici protagonisti della maggior parte dei cortometraggi del festival, per la loro abilità di espressione e di essere candidati a nuovi attori del nuovo cinema Africano. Per saper ispirare grandi temi e grandi idee anche a chi vorrà intraprendere una nuova carriera cinematografica.
In particolare una menzione speciale al corto PERE di Lofti Achour per mostrare una nuova apertura verso i bambini e verso l'idea di “paternità” e di famiglia disposta a sostenere la crescita e l'educazione dei figli della propria comunità.
Premio Viaggiatori&Migranti
LUOGHI COMUNI di Angelo Loy
Il regista riesce a raccontare con profondità e ironia l’umanità e la forza di una donna egiziana in Italia e coglie il disagio abitativo della periferia urbana, dove la casa include relazioni ed emozioni ad essa connesse.Il film rifugge dai soliti luoghi comuni rappresentando con efficacia le relazioni tra le persone a prescindere dalla provenienza. Per questo, oltre ad essere un bel documentario, è un racconto necessario.
Menzione Speciale Viaggiatori&Migranti
LES JOURS D’AVANT di Karim Maussuaoni
Motivazione: Il regista racconta con semplicità e realismo l’incontro tra due ragazzi durante la guerra civile algerina a partire da una storia intima.
Premio Giuria Studenti Africani di verona
KWAKU di Anthony Nti
Motivazione: Il film ci ha colpiti, perché rappresenta la realtà della vita quotidiana dei nostri villaggi in Africa, dove spesso troviamo la nonna che bada al nipote. Ma come abbiamo visto in questo film, molto spesso i ruoli si invertono: infatti il protagonista Kwaku, nonostante la sua giovane età, con grande maturità e intelligenza, cerca di prendersi cura della nonna. Ma ancor di più, siamo stati sorpresi da questo giovane regista che è riuscito con un cortometraggio di 16 minuti, a cogliere e a trasmettere una realtà cosi vicina al nostro vissuto di gioventù in patria. Inoltre ha ben saputo evidenziare l’importanza della tradizione del racconto delle leggende popolari che si tramandano di generazione in generazione e dell’amore delle nonne, che ci portiamo dentro e fuori nelle nostre vite di tutti i giorni.
Premio "Il Colombre" dello Spazio Scuole
KANYE KANYE di Milas Manneke.
Motivazione: Questo cortometraggio porta alla luce in modo leggero e ironico problematiche del mondo contemporaneo e del passato recente, quali l´etnocentrismo e la paura per tutto ció che è diverso. La convinzione che la propria ´mela´ sia la migliore, il non essere neanche disposti ad assaggiare una ´mela´ che non sia la nostra. Thomas e Thandi sono un po’ il Romeo e la Giulietta africani, ma che non hanno paura di nascondersi, sono disposti a sfidare chi crede che le due parti non possano mischiarsi.
Anche negli anziani del villaggio, ascoltando le conversazioni dei due giovani, sorgono spontanee domande come «In fondo a chi importa di una discussione su una stupida mela ?». «Perché noi dovremmo essere semplici burattini di qualcuno di superiore che ha deciso delle nostre vite?».
Cortometraggio squisito e conciso, che riesce, più di tanti altri film di tre ore a far riflettere su questioni importanti e contemporanee nella società africana, come l´apartheid che tra le principali leggi che costituivano il sistema aveva ai primi posti quella secondo la quale i matrimoni interrazziali erano proibiti.
Ma anche nel resto del mondo , si potrebbero citare tantissime altre questioni. Emozionante e diretto, coinvolgente e leggero. Il messaggio arriva dritto lasciando un numero di spunti non indifferente sui quali riflettere. E cosí rossi e verdi arrivano a un punto di mediazione, e chissá che questo non possa succedere anche nel nostro mondo.
Premio del Pubblico degli Studenti dello Spazio Scuole
FELIX di Roberta Durrant
17/11/2015, 09:41
Simone Pinchiorri