TFF33 - "SEXXX", una sfida da cogliere
È una fascinazione quella di
Davide Ferrario per i corpi; una fascinazione che lo porta a esplorare.
Sexxx è il frutto di questa esplorazione.
Il nucleo – e la sorgente ispiratrice – del lavoro è l’omonimo balletto di Matteo Levaggi: cattura l’attenzione del regista, che vi assiste un paio di anni fa, e ne stimola l’immaginazione; ne scaturisce un percorso iconografico e sensoriale sul tema, che fa da contraltare, incorniciandole, all’esplosività delle riprese vere e proprie del balletto.
Le prime immagini catturano la nudità classica e statica, quasi asettica, dei pittori, seguendo in primissimo piano – attraverso le trame di una tela – la luce catturata da un ombelico, da una coscia; è la nudità delle giovani fanciulle, sono i quadri che parlano di lontane mitologie, è il passato della rappresentazione.
Le ultime immagini – al contrario – catturano la pelle che respira, le grinze di corpi invecchiati; sono l’espressione di un’opera d’arte vivente, che nel finale di
Sexxx chiude il cerchio delle età della vita mettendo su un piedistallo, al centro di un museo dalle pareti bianche e dalle atmosfere algide, i corpi nudi e distesi di due vecchi.
Tra i due estremi Ferrario dissemina alcune divagazioni – suggestioni – che passano dal locale a luci rosse, al set porno, a una breve fiction in bianco e nero, ma soprattutto – sopra tutto – ci fa salire sul palcoscenico di Sexxx, ci immerge nei corpi, negli intrecci e negli sguardi, ci fa muovere insieme alla camera che crea più dinamismo dei ballerini; ci restituisce il lavoro, la fatica del danzatore, e infine la performance che tutto sublima. Un lavoro di ripresa e montaggio che destruttura il balletto dando vita a un’opera nuova.
A suggello di questo percorso le parole di Ginsberg – mai così opportune: “Il mondo è santo! L'anima è santa! La pelle è santa! Il naso è santo! La lingua e il cazzo e la mano e il buco del culo sono santi!”
È una sfida da cogliere.
25/11/2015
Sara Galignano