Fondazione Fare Cinema
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FdP 56 - Intervista a Manfredi Lucibello su "Il Paese Perduto"


Il regista del documentario racconta la sua esperienza sul "set" con Ernesto Galli della Loggia.


FdP 56 - Intervista a Manfredi Lucibello su
Ernesto Galli della Loggia e Manfredi Lucibello
Come è nata la tua collaborazione con Ernesto Galli della Loggia per la realizzazione del documentario "Il Paese Perduto"?
Manfredi Lucibello: Ci ha presentati Carlo Macchitella, il produttore del film. Ernesto sentiva l'esigenza di raccontare ed io, quella di capire meglio il mio paese, così è nato questo viaggio nel passato della nostra repubblica.

Avete scelto la Basilicata come punto di partenza e di arrivo del vostro viaggio sull'Italia. come mai questa scelta?
Manfredi Lucibello: Siamo partiti dai luoghi descritti nel "Cristo si è fermato ad Eboli" di Carlo Levi, perché in quelle terre sono tangibili ancora adesso i segni di un'Italia arcaica e contadina. Un'Italia che non c'è più, per certi versi simile a quella del dopoguerra, dove appunto inizia il nostro racconto. Adesso questi splendidi luoghi danno l'impressione di essere abbandonati al loro destino e l'unica risorsa sembra essere il falso mito del petrolio. Questo paradosso ci ha spinti a concludere il nostro viaggio in una terra che per vari aspetti è una pragmatica rappresentazione del nostro paese.

Oltre ad un lucido racconto dell'Italia, "Il Paese Perduto" è l'incontro fra due generazioni, la tua e quella di Galli della Loggia...
Manfredi Lucibello: Esatto, due generazioni molto diverse. Quella di Ernesto è nata in un'Italia povera che cercava faticosamente di rialzarsi dalla guerra. Io sono nato a metà negli anni '80, quando ormai il paese si sentiva arrivato. In gioventù ha visto l'Italia crescere, io sto vendendo il declino. E' stata un'importante occasione per capire meglio la sua generazione e quindi anche il mio paese, ma credo che sia stata utile anche ad Ernesto!

Come hai scelto ed usato gli splendidi materiali d'archivio presenti nel documentario?
Manfredi Lucibello: Ho guardato centinaia di filmati dell'Istituto Luce e della Cineteca di Bologna, cercando di tradurre in immagini, i pensieri ed i sentimenti di Ernesto. Oltre alle storie dei filmati, ho scoperto un mondo di gesti e parole che ormai non esistono più e mi sono concentrato su questi. Filmati che hanno poco a che vedere con la televisione odierna. Alcuni di quelli selezionati oggi possono sembrare ridicoli agli occhi della mia generazione, ma sono proprio il sintomo di un "Paese Perduto", non in chiave negativa o nostalgica, ma come segno dei tempi.

Dopo la realizzazione di questo documentario, hai cambiato la tua visione dell'Italia?
Manfredi Lucibello: Si, ho imparato ad amare un po' di più il nostro paese, riscoprendo un'Italia fatta di passione e senso di collettività.

28/11/2015, 18:12

Simone Pinchiorri