FdP 56 - Nella 2a giornata il mito di James Brown e molto altro
La musica, la vita e l’inesauribile energia sul palco di James Brown saranno i protagonisti della seconda giornata del 56/mo Festival dei Popoli con
Mr.Dynamite: The Rise of James Brown, il documentario di Alex Gibney presentato in prima italiana sabato 28 novembre alle 21.30 presso il Cinema Odeon. Il film rievoca la carriera del “Re del Rhythm and Blues” a partire dal suo primo grande successo, Please, Please, Please, del 1956. La potenza musicale dell’artista statunitense pervade il racconto, insieme all’inconfondibile stile che ha conquistato le platee di tutto il mondo e influenzato band e cantanti del calibro di Public Enemy, Michael Jackson e Prince. Grazie a materiali d’archivio, molti dei quali rari o inediti, e alle testimonianze di chi ha lavorato con lui e lo ha conosciuto come musicista (tra gli altri anche Mick Jagger, produttore del film), il film traccia un ritratto vibrante dell’uomo che la rivista "Rolling Stone" ha inserito al settimo posto nella classifica dei 100 più grandi artisti della storia.
Tra gli eventi speciali, al Museo del Novecento (ore 16.00, ingresso libero) il giornalista e storico Ernesto Galli della Loggia presenterà, insieme al regista Manfredi Lucibello, il documentario
Il paese perduto (Italia, 2015, 60’), un viaggio nel passato dell’Italia - dal dopoguerra ad oggi - attraverso le meravigliose immagini realizzate dall'Istituto Luce, parte del patrimonio visivo del nostro paese. La ricostruzione post-bellica e la guerra fredda, dal boom economico al sessantotto, la lotta contro il terrorismo e la corruzione di Tangentopoli vengono rievocati e raccontati da uno dei nostri più acuti cronisti.
Al Cinema Odeon le proiezioni partiranno alle 15.00 con
Vita Brevis (Belgio, 2015, 39’) di Thierry Knauff (concorso internazionale), un inno alla natura in tutta la sua effimera bellezza (il regista sarà presente al festival). Alle 16.00 si inaugura l’omaggio al cineasta e direttore della fotografia polacco Wojciech Staroń, a cui il festival dedica la sezione "I mestieri del cinema", curata da Sandra Binazzi e Claudia Maci. Staroń presenterà il suo Siberian Lesson (Polonia, 1998, 58’), documentario che racconta un viaggio in Siberia compiuto nel 1996, alla scoperta di una terra segnata dalla povertà e dal vuoto lasciato dal crollo del comunismo. Alle 17.30 Une jeunesse allemande (Francia, Svizzera, Germania, 2015, 93’) di Jean-Gabriel Périot (presente al festival) intesse il racconto - ottenuto usando esclusivamente immagini e audio provenienti da archivi - dell’estremismo politico tedesco che, alla fine degli anni ‘60, che portò alla nascita del gruppo terrorista rivoluzionario RAF (Rote Armee Fraktion).
Alle 19.30 verrà presentato
L’infinita fabbrica del Duomo (Italia, 2015, 74’) di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, unico unico film italiano nella sezione Concorso Internazionale, che propone una suggestiva riflessione sull'opera di edificazione del Duomo di Milano e del lavoro ancora oggi necessario per la sua manutenzione e conservazione. Marmisti, muratori, carpentieri, fabbri, restauratori e orafi la cui straordinaria e costante operosità, alla luce dell’aura sacra del monumento, trascende il livello umano e assume valore simbolico (gli autori saranno presenti al festival). La giornata si concluderà alle 21.30 con
Mr. Dynamite: The Rise of James Brown (USA, 2014, 120’), preceduto dal cortometraggio Biking for Yemen (Paesi Bassi, 2015, 10’) di Nina Aqlan e Bushra Al Fusail, il racconto di come una donna in bicicletta per le strade di Sana’a (Yemen) sia diventata un caso politico internazionale.
Allo Spazio Alfieri buio in sala alle ore 15.00 per la presentazione di
Flotel Europa (Danimarca, Serbia, 2015, 71’) di Vladimir Tomić, l’esperienza del regista e della sua famiglia, impressa sui VHS da loro stessi e dai loro amici dopo la fuga da una Sarajevo sotto assedio e l'arrivo a Copenaghen come profughi di guerra. Mentre tutti intorno a lui si interrogano sul destino della Jugoslavia, il giovane protagonista del film sprofonda inesorabilmente nei meandri delle infatuazioni e dei tormenti adolescenziali. Alle 16.30
Le Dictionnaire selon Marcus (Belgio, 2009, 80’), di Mary Jiménez, mostra la vita di prigione attraverso gli occhi di Marcus. Pluricondannato per ricettazione, contraffazione e furto con scasso, l’uomo ha trascorso gran parte della propria vita dietro le sbarre, e da lì ha avuto modo di mettere a punto una propria rigorosa condotta morale. Alle 18.30 una selezione di cortometraggi della sezione Sui generis, curata da Silvio Grasselli, che propone una serie di documentari costruiti come fossero dei film di genere. Seat 26D (Svezia, 2014, 14’) di Karolina Borbäck, ricorre all’animazione per ricostruire l’incidente aereo del 27 dicembre 1991 a Stoccolma, Dokument (Polonia, 2015, 7’) di Marcin Podolec, cartone animato dedicato all'anziano padre del regista, e Cinza (Portogallo, 2014, 10’) di Micael Espinha, la dittatura in Portogallo raccontata tra documentario e video-arte.
Alle 19.00
Pepe Mujica, Lessons from the Flowerbed (Germania, 2014, 94’) di Heidi Specogna ripercorre la storia del “presidente più povero del mondo”: Pepe Mujica ex capo di stato dell’Uruguay salito agli onori della cronaca internazionale per aver rifiutato di vivere nel palazzo presidenziale, oltre ad essersi assegnato uno stipendio di meno di 1.000 euro al mese e aver intrapreso scelte politiche visionarie. Alle 21.00 sarà il momento del documentario, presentato nella sezione Panorama,
If Only I Were that Warrior (Italia, USA, 2015, 72’) di Valerio Ciriaci. Era il 12 agosto del 2012 quando il comune di Affile (Roma) inaugurò un monumento dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani, generale durante la Guerra d’Etiopia del 1935-1936 e primo viceré della nuova colonia. Al diffondersi della notizia, che in Italia suscita pochissimo clamore, le comunità etiopi di tutto il mondo si mobilitano in atto di protesta ricordando alle autorità italiane che la memoria delle guerre coloniali è ben presente tra i discendenti di chi ebbe a subirne le conseguenze. Conclude la serata la proiezione di
Refugiado (Argentina, Colombia, Francia, Polonia, Germania, 2014, 94’) di Diego Lerman, film di finzione che racconta il tentativo di una donna di salvare se stessa e il figlio dalla violenza del marito (il direttore della fotografia Wojciech Staroń sarà presente al festival).
Alle Murate alle 18.00 si terrà il vernissage dell’esposizione
Negotiating Amnesia, le amnesie del colonialismo italiano in mostra. Nata dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e l’Archivio Alinari, l’iniziativa riflette su un capitolo buio della storia italiana: il colonialismo in Africa Orientale. Tramite la produzione di un film-essay, l’artista Alessandra Ferrini svolge un’indagine sul retaggio dell’invasione italiana in Africa e su quale sia, oggi, la percezione di questo passaggio storico, troppo spesso sottovalutato nella memoria collettiva. La mostra sarà visitabile fino al 13 dicembre, da martedì a sabato dalle 14.00 alle 20.00 (ingresso libero).
27/11/2015, 13:32