Su Rai Storia per il per il ciclo “Italiani"
il documentario "L'Ultima Voce"


Su Rai Storia per il per il ciclo “Italiani
È stato la “voce” degli italiani per oltre vent’anni, ha avuto milioni di spettatori e, a tratti, è stato il personaggio più ascoltato del suo tempo. Ma oggi il suo nome è ormai dimenticato. Guido Notari è il protagonista del documentario “L'Ultima Voce” presentato da Paolo Mieli per il ciclo “Italiani”, in onda martedì 29 dicembre 2015 alle 22.00 su Rai Storia.

Dal 1931, anno del debutto nel Giornale Radio dell’Eiar, al 1957, anno della morte, Notari è entrato quasi quotidianamente nelle case degli italiani, nelle piazze e nei cinema. Lo ha fatto con ore e ore di trasmissioni radiofoniche, con decine di documentari e cinegiornali Luce, con centinaia di “Settimana Incom”, come attore e doppiatore di tanti film. Lo ha fatto con quello strumento unico che era la sua voce: neutra, marziale e insieme suadente, adattabile come nessuna a tutte le circostanze. Lo ha fatto leggendo e comunicando di tutto a tutti: eventi storici e cronache, politica e sport, cultura e costume, dichiarazioni di guerra e canzonette. E dopo essere stato una presenza familiare, e per certi versi intima, si è dissolto nel tempo.

Ma c’è un altro paradosso nella sua vita. Notari è stato la voce del fascismo. Le sirene della propaganda, delle adunate, dei trionfi, arrivavano con le sue parole. La voce che associamo ai filmati dell’Istituto Luce è quasi sempre la sua. Nel 1942 nel film “Bengasi” gli capitò di interpretare un gerarca impegnato in un discorso da un balcone. Nel ’77 Ettore Scola lo immortalò facendone il terzo personaggio di “Una giornata particolare”, riprendendo il sonoro continuo della radio che accompagna per tutto il film Mastroianni e la Loren. Dopo la guerra Notari diventò la voce della nuova Italia. I Cinegiornali con le immagini della ricostruzione, i progressi, gli sforzi e i vezzi del Paese erano ancora commentati dalla voce di Guido Notari. Sua la voce della “Settimana Incom”, dalla puntata numero 1 del 1946, alla 1500 del 1957. La puntata 1501 conterrà il suo epitaffio. Di certo rimane il mistero di come la voce del regime abbia potuto essere anche la voce dell’Italia liberata, senza che nessuno avesse da ridire. Nel documentario, oltre alle memorie e alle straordinarie immagini dell’Archivio Luce, la ricostruzione di Giorgio Zanchini, voce popolare della radio pubblica.

28/12/2015, 17:09