QUO VADO? - Il film tipicamente “italiano” di Checco Zalone
“
Quo Vado?”, il quarto film della coppia Zalone-Nunziante, dopo il record di incassi ottenuto con “
Sole a Catinelle”, "
è un film complicato, difficile, ma tipicamente italiano" - come lo ha definito il suo stesso produttore
Pietro Valsecchi - "
un film realizzato pensando al cinema italiano: al classico cinema italiano di Monicelli e Risi". E di battute e di gag ispirate e in omaggio alla Commedia all’Italiana "
Quo Vado?" ne è pieno, basti pensare al nome della figlia, chiamata Ines, come l’Istituto Nazionale Energia Solare, o la frase "
c’è qualcuno ai domiciliari?" pronunciata, con la divisa del Corpo Forestale, prima di entrare in una casa di indagati.
Un film, tuttavia, più riflessivo e maturo degli altri lungometraggi della coppia, incentrato sulla fissazione e sul sogno del suo protagonista: il posto fisso e i suoi vantaggi.
Checco Zalone interpreta così il ruolo di un italiano medio di fine anni Sessanta impiegato: pensato dagli autori, come ha dichiarato, nella conferenza stampa di presentazione, il regista Nunziante, come un patriota e non come un parassita. E il mondo democristiano italiano, iniziato nel dopoguerra ed esaltato dal boom economico della Prima Repubblica, è raccontato con ironia e rappresentato, con leggerezza e semplicità, dal suo protagonista. Solo quando iniziano i primi segni di una crisi economica impensabile per chi come lui lavora da anni da impiegato Checco è costretto a rivedere la sua visione e cambiare il suo stile di vita: trasferirsi in un paese civile, come la Norvegia, dove il ballo è più aggregante della pizzica pugliese, rimpiangendo l’Italia solo dopo aver visto la puntata di SanRemo della riunione artistica di Albano e Romina Power, l’inevitabile sequenza filmica preferita da Zalone.
Le gag e le battute divertenti, ma mai volgari sono la cornice, quasi “politica”, ma pregna di riflessioni sull’attualità e sulla realtà socio-politica: “
cercavamo un’immagine diversa, un film che fosse il ritratto dell’Italia”. Del resto, come canta Zalone, nella sua canzone, già terza in classifica dopo Stevie Wonder, “
La Prima Repubblica non si scorda mai”.
30/12/2015, 11:36
Alessandra Alfonsi