SEEYOUSOUND 2 - Cortometraggi: performance ed esperimenti
Quattro titoli "sperimentali" nel programma dei corti in competizione alla seconda edizione del festival torinese Seeyousound, dedicato al cinema a tematica musicale.
ARIE NELLA VALLE – Prove del Don Giovanni in Valle Bormida
Il progetto “Arie nella valle” è l’interessante frutto di un incontro tra l’Orchestra sinfonica giovanile aleramica (palestra per giovani musicisti di tutto il mondo) e il workshop "Paesaggi audiovisivi e altre contaminazioni", tenuto dal prof Alfredo Ronchetta presso la facoltà di Architettura di Torino.
Scelti alcuni luoghi in valle Bormida, musicisti e cantanti si distribuiscono in diverse località per le prove di un concerto programmato al castello di Monastero Bormida, dove sarà proposto in versione sinfonica il Don Giovanni di Mozart.
Curioso lo spunto, molto gradevole il contesto: grazie a un’ottima scelta delle location (da colli montani a boschi, ruderi, vigne, strade acciottolate) ogni performance musicale ha il valore aggiunto di panorami agresti spesso suggestivi, ma in alcuni casi “dissacranti” (Zerlina vestita da sposa che spala il letame in una stalla è la cifra di quanto si vogliano scardinare le regole e rimodellare il classico a modo proprio: scelta più che meritevole).
Il percorso (forse un po’ lungo), si conclude con il concerto serale a Monastero Bormida, pur tra le inevitabili differenze qualitative delle performance musicali, e ha il grande pregio di sfruttare una modalità di fruizione della musica che si arricchisce dello sguardo in modo inedito e, in questo caso, efficace.
C.J.
É una giornata di sole. Davanti al Gugghenheim Museum di New York C.J., curato camicia azzurra età avanzata, canta con trasporto e splendida voce “Ain't no mountains high enough”, resa famosa dalla coppia Marvin Gaye e Tammi Terrel. Ma C.J. è solo, e se anche ad ascoltarlo sullo schermo trasmette subito la sua anima d’artista, le persone intorno a lui per strada lo sfiorano senza notarlo, lo ignorano perché per loro lui non esiste.
C.J. nella sua invisibilità canta lo stesso, e le parole non sono di solitudine: “Non ci sono montagne abbastanza alte da impedirmi di arrivare da te; ti dissi che potevi sempre contare su di me”: a chi dedica il suo canto?
A questo pensiero il cuore dentro chi ascolta si emoziona, e poi si spezza un po’.
LO SPAZZOLINO DI ROSSINI
Lavarsi i denti sulla “Cavalleria rusticana di Rossini”, recuperando (con nostalgia?) i suggerimenti dei nostri nonni: un divertissement di 45 secondi.
OCHEN' DOLGAJA PLASTINKA – A Very Long Play Vinyl
“Ochen’ Dolgaja Plastinka” è uno strano esperimento con due anime (suono e immagini), delle quali non si arriva bene a capire quale delle due serva da pretesto all’altra.
Si parte da un reperto storico: l’ascolto di un disco che spiega cos’è il suono stereofonico e individua alcuni indicatori di base per avere una corretta trasmissione. Argomento di per sé privo di interesse. Ma ad ogni voce di questa sorta di manuale corrispondono sullo schermo immagini che dovrebbero esemplificare il concetto teorico espresso: se il disco recita “il suono stereofonico ripete suoni naturali, crea volume e prospettiva sonora” sullo schermo ci viene proposta la vita agreste e un penoso spettacolo musicale su un triste palchetto; se “il suono stereofonico aiuta a seguire gli spostamenti e le direzioni” assistiamo a numerose parate militari; quando poi “il suono stereofonico ricrea la fisicità di un ambiente”, come non sorbirsi comizi di politici antigovernativi?
Grottesco ed esteticamente povero (le immagini sono sgranate, i soggetti poco interessanti, a volte tristi), questo esercizio stilistico potrebbe catturare qualche curiosità intellettuale, ma facilmente infastidire chi non riuscirà a trovarvi né una ragione né una sorta di comicità.
26/02/2016, 15:30
Sara Galignano