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I film e i documentari in concorso alla trentesima
edizione del Festival Bolzano Cinema Filmtage


I film e i documentari in concorso alla trentesima edizione del Festival Bolzano Cinema Filmtage
Ecco i film e i documentari in concorso a Bolzano Film Festival Bozen 2016:

Premio al Miglior Lungometraggio 2016
In giuria per il Premio al Miglior Lungometraggio (sostenuto dalla Provincia Autonoma di Bolzano), siederanno quest’anno Betty Schiel (Bochum), direttrice del FrauenFilmfestival Dortmund Köln, il produttore berlinese René Frotscher e il veronese Alessandro Anderloni, direttore del Film Festival della Lessinia, chiamati a scegliere la migliore tra otto pellicole molto diverse tra loro.

"Agnes", del regista tedesco Johannes Schmid, è una complessa e deragliante storia d’amore tra uno scrittore e una studentessa, e ancora dalla Germania, arriva in concorso "Herbert", la toccante storia di un ex pugile scontroso ma fragile, che si scopre di colpo malato di sclerosi multipla, per la regia di Thomas Stuber.

Dall’Italia viene "Bella e Perduta", in cui Pietro Marcello ci racconta di un uomo e di un bufalo in un viaggio in un’Italia appunto bella e perduta, che parte dalle viscere del Vesuvio. Italiano è anche il film "Era d’Estate", della regista romana Fiorella Infascelli, che porta lo spettatore all’Asinara, quando nell’estate del 1985 dovettero soggiornarvi i giudici Falcone e Borsellino per le minacce subite dalla mafia. Terzo film italiano in concorso "La Terra dei Santi", di Fernando Muraca, sulle grandi differenze tra il Nord e il Sud del Paese, narrate attraverso la storia di due donne, Vittoria, un magistrato del Nord e Assunta, vedova di un soldato della ‘ndrangheta.

Dalla Svizzera, le opere in concorso sono due: nella prima, "Nichts passiert", il regista Micha Lewinsky porta sullo schermo le vicende di una famiglia in una apparentemente tranquilla vacanza, dove invece riaffiorano i demoni del passato del padre giornalista, mentre nel secondo film, "Die Schwalbe", il regista Mano Khalil racconta la storia di Mira, una giovane svizzera che parte alla ricerca delle sue radici in Kurdistan, dove dovrà confrontarsi con il terrorismo, i crimini di guerra, la sommaria giustizia personale, ma anche con l’amore.

Il film austriaco "Thank you for bombing" di Barbara Eder, ci porta invece in Afghanistan in un lungometraggio in tre episodi in cui tre giornalisti provenienti da diversi paesi mostrano le follie del giornalismo di guerra al giorno d’oggi.

La giuria renderà noto il film vincitore durante la cerimonia di chiusura del festival sabato 16 aprile 2016

Premio al Miglior Documentario 2016
Giuria interamente composta da donne, quella per il Premio 2016 al miglior documentario, sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano. La regista bolzanina Tizza Covi, la redattrice del Bayerischer Rundfunk Petra Felber (Monaco di Baviera) e la sceneggiatrice svizzera Elena Fischli Hinshaw dovranno premiare quello che riterrano il migliore tra i seguenti otto lavori.

Della svizzera Aya Domenig è "Als die Sonne vom Himmel fiel", in cui la regista si mette sulle tracce del nonno, che nel 1945 lavorava ad Hiroshima come medico della Croce rossa e contemporaneamente ci racconta dell’incidente nucleare disatroso che ha devastato la centrale di Fukushima l’11 marzo 2011.

Ha anche a che fare con la Svizzera "L’Esercito più Piccolo del Mondo", di Gianfranco Pannone, coproduzione Città del Vaticano / Italia / Svizzera, che racconta il quotidiano di un gruppo di reclute della Guardia Svizzera e di cosa significa far parte di un variopinto e anacronistico corpo militare ai tempi di una figura “rivoluzionaria” come quella di Papa Francesco.

Ancora una produzione svizzera è "Jirí Menzel – To make a comedy is no fun", in cui regista e musicista Robert Kolinsky porta sullo schermo la vita del grande regista ceco Menzel, premio Oscar nel 1967, come miglior film straniero, per “Treni strettamente sorvegliati”.

"Lampedusa im Winter", dell’austriaco Jakob Brossmann, racconta invece come in inverno, la piccola comunità isolana situata al limite dell’Europa lotta disperatamente per per ottenere un collegamento marittimo funzionante, per mantenere la propria dignità e la solidarietà con coloro che spesso sono considerati la causa dell’emergenza: i profughi africani.

Ancora dall’Austria arriva una coporoduzione con la Spagna, "Seit die Welt Welt ist" , in cui il regista Günter Schwaiger ci parla del duro lavoro quotidiano di Gonzalo, un piccolo contadino castigliano, durante i vari cicli dell’anno, vissuti con tanta fatica ma anche gioia e soddisfazione.

Italiano è invece "Show all this to the world," di Andrea Deaglio, seconda storia di migranti in concorso, questa volta ambientata alla frontiera Italia-Francia, nel giugno 2015, quando un gruppo di migranti africani, respinto al confine con la Francia, si arroccò tra gli scogli chiedendo di proseguire il viaggio verso i Paesi del Nord.

Il tango è invece protagonista della coproduzione tedesco-argentina "Un tango más", di German Kral, regista argentino naturalizzato tedesco: profonda dichiarazione d’amore al tango, il documentario racconta la vita e la passione di due ballerini leggenda: María Nieves e Juan Carlos Copes.
Il duo Sigrun Köhler e Wiltrud Baier, firma infine per la Germania "Wer hat Angst vor Sybille Berg", ritratto della scrittrice e giornalista tedesca Berg, donna risoluta e provocatrice, ma in fondo timida, le cui opere sono state tradotte in molti paesi del mondo..

Anche la giuria documentari renderà noto il film vincitore durante la cerimonia di chiusura del festival.

28/03/2016, 11:16