Note di regia di "Fräulein - Una Fiaba d’Inverno"
Fräulein è la storia di uno scontro, che diventa un incontro, tra due persone segnate dalla vita, congelate nelle proprie rispettive inquietudini, schiacciate dalla solitudine. È quindi la storia di un disgelo, di un cambiamento possibile, di un’amicizia. Fräulein è un film di formazione, una coming of age story nella quale a crescere non sono due ragazzini, ma quelli che già si suppone essere due adulti. Walter e Regina scoprono, attraverso un tumultuoso percorso di avvicinamento, l’importanza del dialogo e dell’ascolto, mezzi attraverso i quali ogni individuo ritrova se stesso e si riconcilia col mondo.
Essendo una storia che, nonostante le sfumature drammatiche, si sviluppa in maniera positiva, ho sentito sin dall’inizio la necessità di lavorare sullo specifico registro di un certo tipo di commedia, quel tipo di commedia che riesce ad essere al tempo stesso leggera e profonda, divertente e drammatica. Fa parte del mio cammino narrativo, delle mie intenzioni, del mio modo di essere, il desiderio di raccontare la vita come penso che sia, così difficile e così facile, così intensa e così lieve, così seria e così comica. È un sottile equilibrio nel quale ognuno di noi è immerso, un equilibrio delicato da tratteggiare, che ritrovo in film per me importantissimi come Segreti e Bugie di Mike Leigh e Harold e Maude di Hal Ashby.
Fräulein è anche il racconto di un paese immaginato e di confine, senza chiare coordinate spazio-temporali, sul quale incombe la minaccia di un fenomeno naturale straordinario, un paese da cui il mondo, inteso come “ciò che sta attorno”, è percepito come qualcosa di lontano e misterioso. La tempesta solare, evento naturale e concreto, in grado di richiamare l’attenzione degli abitanti del posto su “ciò che sta attorno”, è anche metafora di quelle tempeste emotive che, quando arrivano, ci permettono di tornare a percepire noi stessi e ciò che ci circonda. L’idea di tralasciare le coordinate spazio-temporali è conseguenza naturale della mia volontà di porre in risalto la storia come evento possibile, passato, presente o futuro, nell’intenzione di rendere universale il racconto.
Caterina Carone