BFF 34 - Mario Balsamo racconta "Mia Madre fa l'Attrice"
Come è nato il progetto per la realizzazione di "Mia Madre fa l'Attrice"'
Mario Balsamo: Era il 1995 e cominciai a cercare un film di cui mia madre mi aveva parlato: "
La Barriera della Legge", del '54. Aveva due particolarità: che lei ne era stata un'interprete (il suo film più importante, a livello di presenza nella storia) e che non l'aveva mai voluto vedere! Volevo regalarglielo e farglielo vedere per la prima volta, cosa che, visto il nostro rapporto conflittuale, non mi sono mai chiesto fino in fondo quanto volesse essere un mio gesto d'affetto (pacificarla con il suo passato di attrice) o quanto una piccola malvagità nei suoi confronti (farle rivedere a molti anni di distanza, com'era bella a 24 anni)! Poi mi dissi: "Ma questa è proprio una storia interessante, non può essere solo un regalo!" Da qui l'idea del film, che scrissi prima come documentario, nel '95, poi come film di finzione nel '96: in entrambi i casi non ero ancora "attrezzato" per affrontare il nodo "madre", così restò dormiente, tranne alcune riprese amatoriali che realizzai, e che ho montato nel film attuale, in cui annunciavo a mia madre e a mio padre di voler girare una pellicola di finzione, che trattava di lei e della sua vita da attrice "interrotta" (interruzione sulla quale, come ogni brava 'auttrice', ogni volta mi dà versioni e motivazioni differenti...). Dopo vent'anni sono tornato all'idea del documentario ed eccoci qua!
In questo film, come nel precedente "Noi Non siamo Come James Bond", ci sono degli affetti forti ed un dramma. Come è stato affrontarlo da un punto di vista lavorativo e come sei riuscito, come nel precedente caso, a costruire la storia quasi al limite tra finzione e realtà?
Mario Balsamo: E' stata molto dura, non scherzo. Il "portato" emotivo e psicologico di affrontare mia madre e il nostro rapporto mi ha tenuto incatenato per mesi e mesi dopo la fine delle riprese. Metabolizzare è stato complesso, lungo, sull'orlo delle almodovariane crisi di nervi, cercando di non perdere la rotta: cioè una narrazione che avesse tratti universali, seppur partisse dal mio ombelico... anzi: dall'ombelico mio e di mia madre. Sono stato aiutato molto, pure nel maneggiarele emozioni, dal mio fratello 'acquisito' (anche se lui si rifiuta di esserlo!) Benni Atria, il montatore; nonché dagli altri bravi professionisti e persone di grande sensibilità umana che mi hanno accompagnato nel viaggio: Simone Pierini (il dop), Andrea Bersani (seconda camera), Marco Saveriano e Stefano Sabatini alla presa diretta, Vittorio Cosma alle musiche, Marco Saitta (insieme a Dario Calvari) al montaggio del suono e mix, Anna Terrassan (come aiuto montatrice e consigliera) e il mio 'compare' Guido Gabrielli, invisibile all'occhio, ma presente all'udito (un brano musicale è suo nonché alcune rivisitazioni). Insomma, una famiglia allargata e... disfunzionale...
Si può definire questo film una "commedia del reale"?
Mario Balsamo: Bella definizione! Aggiungerei: una commedia bipolare del reale!
Ci puoi parlare un po' di più della vita artistica e del legame con tua madre?
Mario Balsamo: Mia madre è geneticamente un'attrice: lo dimostra in questo film. Il fatto che abbia fatto solo poche comparsate (che lei a malapena si ricorda e che sono diverse - ipse dixit - rispetto a quelle riportate da Imdb!) è veramente ininfluente: ha recitato spontaneamente e inconsapevolmente per tutta la vita!
Poi, sul suo cv, in effetti altre tracce dei suoi passaggi cinematografici le ho trovate (o credo): una scena tagliata in Lo sceicco bianco di Fellini e un'apparizione in Lorenzaccio di Raffaele Pacini.
Sul nostro rapporto, che dire: siamo uguali, identici caratterialmente (cosa da cui sto cercando di emendarmi: visto che lei è insopportabile - anche se tutti pensano il contrario!!). Stessa passione (il cinema), ma sui film preferiti non ce n'è uno che condividiamo... No, non è vero, qualcuno c'è piaciuto ad entrambi.
Dopo aver affrontato la malattia, l'amicizia, il rapporto madre-figlio, hai in mente un'altro film, che completa un'ipotetica trilogia della tua vita?
Mario Balsamo: Sì, ma ancora non so bene se e come farlo! Penso che questa volta ci sarò prevalentemente io in scena, per la gioia (leggi: incubo) dei miei fan. Oppure no, lo farò senza di me, ma su un tema che completi la trilogia. Oppure tutte e due le cose! In buona sostanza, non vi libererete facilmente di me!!
28/05/2016, 13:00
Simone Pinchiorri