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Note di regia di "Non Voltarti Indietro"


Note di regia di
Il docufilm si articola in tre macro blocchi, ciascuno chiamato a rappresentare i punti cardine tipici dell’architettura narrativa della tragedia classica. Passaggi che segnano e simboleggiano a loro volta le tappe fondamentali nel destino del personaggio che solitamente la anima: ascesa, caduta e rinascita. I blocchi corrispondono a tre fasi ben distinte del “plot”, ognuna caratterizzata da un registro e da atmosfere diverse, che identificano e circoscrivono a livello temporale le vicende dei suoi protagonisti. Si viene così catapultati al seguito di tre uomini e due donne che in modi diversi hanno vissuto sulla propria pelle l’inferno del carcere da innocenti. E questa esperienza che li ha segnati nel profondo passa proprio attraverso le tre fasi: arresto, detenzione, riconoscimento dell’innocenza. La struttura drammaturgica punta a mettere insieme i tasselli delle storie al centro dell’opera, con i protagonisti che, riavvolgendo il filo della memoria, restituiscono sullo schermo attraverso racconti, ricordi e aneddoti, il prima, il durante e il dopo detenzione. Filo conduttore è il racconto corale dei cinque protagonisti del documentario, reso possibile dall’intreccio delle loro singole testimonianze. Interviste che diventano testimonianze reali di vita vissuta, rievocate con attenzione ai dettagli e coinvolgente partecipazione. Il tutto canalizzato in un flusso mnemonico e orale che darà origine – attraverso continui rimbalzi spazio-temporali e imprevedibili intrecci – a corrispondenze e analogie, sia nei temi trattati che nelle singole vicende umane. Lo spettatore si troverà così al cospetto di una narrazione complessa e stratificata, ottenuta mediante lo scorrere parallelo e l'intersecarsi di piani narrativi e di punti di vista. Non si procede necessariamente in ordine cronologico, poiché sono previste lungo la timeline una serie di digressioni e di “jump-cut” (flashback e flash forward), alcune delle quali di natura concettuale o informativa, come ad esempio la presenza di mini focus tematici chiamati a rompere la tradizionale linearità (la vita in carcere e le sue regole, ecc.). Il risultato è un insieme di voci che, mescolandosi, confluiscono in un’unica narrazione, nella quale i diversi punti di vista su e di un’analoga esperienza, ossia quella dell’ingiusta detenzione causata da un clamoroso errore giudiziario, permettono allo spettatore di entrare in empatia con i cinque protagonisti. La struttura narrativa è arricchita da un’animazione che rende “visibili” i racconti dei cinque protagonisti durante il secondo macro blocco. Si tratta di veri e propri storyboard bidimensionali, realizzati completamente a mano a matita e a olio, che riproducono alcuni episodi vissuti dai protagonisti durante il periodo in carcere. Il risultato è una successione di disegni, foto realistici e tavolozze quasi esclusivamente in bianco e nero.

Francesco Del Grosso