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"Bosque Muerto" vince la prima edizione del Premio Giulio Questi


E' "Bosque Muerto", cortometraggio venezuelano della regista Lorena Colmenares il vincitore della prima edizione del Premio Giulio Questi, evento internazionale di cortometraggi realizzati in digitale per registi under 27, che si è tenuto ieri sera a Roma, presso la Casa del Cinema. Il corto, che è valso alla sua regista il premio di 3.000 euro, è stato premiato con questa motivazione: “Per la sua grande capacità di raccontare, con un'ironia nera e fulminante, una storia di enorme suspence visiva ed emotiva. Straordinario lavoro di messa in scena, di montaggio e di fotografia. Un corto che, ne siamo sicuri, sarebbe piaciuto moltissimo a Giulio”. Le opere sono state valutate da una Giuria composta dal presidente, Enrico Ghezzi e da Stefano Consiglio, Francesco Cordio, Alberto Muciaccia, Silvia Napolitano e Bia Sarasini.

Bosque Muerto” racconta di un uomo che, per il timore che il suo crimine venga scoperto, cerca di nascondere le prove in una strana foresta che custodisce un segreto spaventoso. Il Premio Giulio Questi, dedicato al regista, sceneggiatore e scrittore scomparso nel 2014, autore, tra gli altri di "Se sei vivo spara" (vero e proprio cult-movie del western all'italiana) e di "La morte ha fatto l'uovo", nasce da un'idea della moglie Diana Donatelli, con l'intento di promuovere e sostenere opere di giovani autori e si rivolge ad autori italiani e stranieri maggiorenni che non abbiano superato i 27 anni di età.

La serata, alla presenza di uno dei cinque finalisti del Premio, il regista austriaco Alexander Peskador, 22 anni, ha visto la proiezione di "Ingorgo Diacronico", video realizzato nel giugno 2014 da Giulio Questi, quindi la proiezione del docufilm "Il cinema digitale secondo Giulio Questi", realizzato da Stefano Consiglio.

Cinque i cortometraggi finalisti del Premio: oltre al corto vincitore, il surreale "Mamie, qu'est-ce que tu fais la?!", dei francesi Pierrick Chopin e Corentin Romagny. Dall'Austria il cortometraggio "L'ultimo dolce di Carlo Cantuccio", di Alexander Peskador. Quasi tutti sono stupiti dal fatto che il famoso scrittore Carlo Cantuccio, che negli anni precedenti era sempre stato felice della sua torta di compleanno, al suo quarantacinquesimo compleanno è stato improvvisamente colto dal panico alla vista del dolce... Quindi l'iraniano "Breath", della ventitreenne Mona Moradi, che racconta come nel mezzo di una guerra un feto sogni il mondo che vorrebbe. Chiude la cinquina l'italiano "Crossroads", di Marco Napoli. Si può giocare con il proprio destino fermando dettagli a volte insignificanti nella routine quotidiana. Carpire quei dettagli, così sfuggenti, per offrirli all’immaginazione che li trasforma in realtà e lasciarsi andare a ciò che ne scaturisce sapendo che può essere la felicità.

16/06/2016, 14:57