Parlamentare, primo ministro donna della storia d’Italia, nel 1976, presidente della Commissione sulla Loggia P2, più volte presa in considerazione da cittadini e politici per la presidenza della Repubblica, ma mai nominata senatrice a vita, Tina Anselmi è la prima personalità in vita, a ricevere l’omaggio di un francobollo, emesso dalle Poste Italiane, a settanta anni dal voto alle donne. A lei Rai Cultura dedica il documentario “
Tina Anselmi. La grazia della normalità” di Anna Vinci, con la regia di Claudia Mencarelli, in onda martedì 16 agosto alle 21.30 su Rai Storia per la serie “
Italiani”, con Paolo Mieli.
Tina Anselmi viene raccontata a partire dalle sue parole: “
Io ripeto sempre, a cominciare dalle mie nipotine, che nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto possiamo anche perdere. Negli anni Sessanta, e nei primi anni Settanta, noi donne impegnate in politica e nei movimenti femminili e femministi, noi parlamentari con responsabilità nei partiti e nel governo eravamo ancora pioniere. Questa parola fa pensare che in seguito saremmo diventate più numerose e avremmo contato di più. Purtroppo, certe speranze sembrano non aver dato i frutti che avevano in serbo”.
È su questo “purtroppo” che il documentario s’interroga, attraverso il materiale di repertorio delle Teche Rai: un “purtroppo” che trova spiegazioni attraverso le parole della Anselmi in due fatti salienti della politica del nostro Paese. Prima di tutto il mancato approfondimento sulle conclusioni della Commissione sulla P2 e sulla politica “sommersa” alla base del progetto della Loggia che "
vive e prospera" – ricordava l’ex presidente - "
contro la politica ufficiale e genera una democrazia manipolata che è in realtà una non democrazia. Ogni tentativo di correggere surrettiziamente e per vie traverse il sistema democratico significa in realtà negarlo alla radice dei suoi valori”. E ci sono poi i fatti di sangue che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1976 al 1981, in concomitanza con l’elaborazione del piano di Rinascita Democratica di Gelli e il crescente potere della Loggia P2. E su questo la Commissione aveva tratto cuna conclusione che “
documenta la presenza di uomini affiliati alla Loggia in buona parte delle vicende più torbide che hanno attraversato il paese nel corso di più di un decennio”. E c’è poi la Anselmi che ricorda il ruolo della donna, anche in politica: "
Quando le donne" – dice - "
si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è per noi politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace".
A parlare di lei e del suo impegno civile e politico, la sorella Maria e l’amica Maria Luisa Gazzola; Enzo Giaccotto, segretario particolare durante l’impegno ministeriale dell’Anselmi, prima ministro del Lavoro, 1976, e poi 1978 ministro della Sanità; Giovanni Di Ciommo, segretario della Commissione Bicamerale sulla Loggia P2 di Licio Gelli. E ancora, Dacia Maraini, testimone degli anni Settanta e delle battaglie femministe e di quelle dei movimenti femminili, e amica della Anselmi, pur nella diversità dei campi politici.