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Al Teatro Vittoria la cerimonia di premiazione
del 22° Film Festival della Lessinia


Al Teatro Vittoria la cerimonia di premiazione del 22° Film Festival della Lessinia
Sabato 27 agosto 2016, alle 18, il palcoscenico del Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova ospita la cerimonia di premiazione della ventiduesima edizione del Film Festival della Lessinia.
Tra le opere cinematografiche in concorso quest'anno la Giuria internazionale – composta da Marianne Chaud, Margherita Detomas, Lisa Eder-Held, Sebastian Michael, Riccardo Vaccaro – ha selezionato i vincitori dei premi Lessinia d'Oro (al miglior film in assoluto per contenuto e valore artistico) e Lessinia d'Argento (alla miglior regia).
Altri riconoscimenti del ricco palmarès della rassegna cinematografica vengono assegnati dal Curatorium Cimbricum Veronense al miglior regista emergente e dalla Cassa Rurale Bassa Vallagarina alla miglior pellicola sulle Alpi. Il Premio Log To Green individua il film ecosostenibile. Anche la Giuria Microcosmo dei detenuti del carcere di Verona, la Giuria dei bambini e la Giuria del pubblico Cantine Bertani assegnano la propria preferenza alla miglior opera cinematografica presentata alla manifestazione.

Alle 16.30 l'ultimo appuntamento di Parole alte, serie di incontri organizzati in Sala Olimpica in collaborazione con l'Università di Verona, ha come ospite Francesco Sauro: lo speleologo originario della Lessinia recentemente incoronato dal settimanale inglese Time tra i dieci giovani leader di nuova generazione che incidono sul cambiamento della Terra. La sua conversazione accompagna tra i Tepui: mondo alieno e fantastico, scavato “alle porte del tempo” su monti di durissimo quarzo. Quasi due miliardi di anni fa, immensi fiumi, di un continente ormai scomparso, scorrevano in mezzo a deserti calcinati dal sole e vi accumulavano depositi di sabbia che poi si trasformarono in montagne e che ora, erosi da altri fiumi, sono diventati grandi altopiani isolati, ricoperti da una flora lussureggiante ed endemica. Con immagini e filmati delle esplorazioni compiute con il team La Venta, Sauro traccia un itinerario nelle terre che hanno ispirato Il mondo perduto di Conan Doyle, tra altissime cascate, discese mozzafiato e percorsi sotterranei nella quarzite rosa. Un’avventura della conoscenza che si svolge fianco a fianco con le popolazioni indigene locali: dalle tribù Pemón della Gran Sabana ai Makiritare dell’Alto Caura.

Proseguono, da mattina a sera, le proiezioni al Teatro Vittoria. Alle 11 si inizia con la sezione dedicata alle terre alte italiane con il documentario "Cronache di vento e di silenzio" (Italia 2016) di Nuno Escudeiro. La realtà attuale dei monti altoatesini è permeata di storie di migrazione e sofferenza. Di fronte alle folle di migranti che si accalcano nelle stazioni di confine, l'Europa non può esimersi dall'interrogarsi sui propri ideali di libertà e uguaglianza. A seguire "Attraverso le Alpi" (Italia 2016) dei registi Filippo Ciardi e Giancarlo Bertalero. Lo scenario è quello delle Alpi, attraversate ogni giorno da migliaia di mezzi e persone. Chi regola questi incessanti spostamenti? Qual è impatto ambientale sulla regione? Il film accompagna in viaggio con i protagonisti di questi spostamenti.

Si conclude alle 21 la programmazione che il Film Festival della Lessinia dedica quest'anno al sottosuolo. Di due maestri del documentario italiano, Vittorio De Seta con "Surfarara" (Italia 1955) e Luigi Di Gianni con "Il culto delle pietre" (Italia 1967), vengono proposti i racconti delle fatiche dei minatori che lavorano nelle miniere di zolfo siciliane e del culto delle pietre nelle grotte abruzzesi. Una vera rarità è "Siphon 1122" (Francia 1966) di Georges Marry a documentare la discesa fino a oltre mille metri di profondità, nel Gouffre Berger, dei pionieri della speleologia del secondo dopoguerra. Nel documentario "Sótano" (Italia 2000) il regista bresciano Marco Preti tratteggia la figura di Giuseppe De Coriolis e della sua avventura nel Sótano de la Golondrinas, in Messico, grotta che fu luogo di riti misteriosi che prevedevano sacrifici umani. A chiudere la serie di proiezioni serali è lo spettacolare "Le dernier passage – L'ultimo passaggio" (Francia 2015) di Pascal Magontier con le immagini girate nella Grotta di Chauvet. Oggi come 36.000 anni fa, lo sguardo si posa sulle pitture rupestri dalla straordinaria forza evocativa, che si animano grazie al gioco di luci e ombre e alle sporgenze naturali della grotta.

26/08/2016, 13:33