VENEZIA 73 - "Liberami", il Diavolo nel 21° secolo
Liberami è un documentario che serve. Federica Di Giacomo racconta un'Italia nascosta, seduta in sagrestia, ancora appesa alle labbra e alle gesta del sacerdote. L'aspetto stupefacente però, è che la diffusione dell'esorcismo e dei malesseri correlati all'intervento del "maligno" sono in aumento in tutto il mondo.
Venti esorcisti in Sicilia e Lombardia, certo, ma anche Stai Uniti, America Latina e Estremo Oriente che si attrezzano come un esercito contro l'avanzata di Satana. E Federica Di Giacomo entra in questo mondo con uno sguardo attento e distaccato, prima in cerca di storie sulle ossessioni al tempo della crisi e le dipendenze mentali, poi aprendo con il suo documentario due strade di interpretazione, entrambe interessanti: se i personaggi del doc sono realmente posseduti, il film è un documento eccezionale di immagini e situazioni; se fingono, o trasformano in satanico un comune malessere della mente, è affascinante l'aspetto sociologico e di come un numero così elevato di persone ancora oggi si affidi ad un prete per cercare di risolvere il proprio male di vivere.
Liberami segue le vicende di alcuni "posseduti" che, forse a caccia di attenzione e di riconoscimento dal prossimo, frequentano la chiesa di Padre Cataldo, veterano tra gli esorcisti più ricercati della Sicilia. Tra urla, fatture, occhi strabuzzati, acque sante, e preghiere recitate contro il diavolo, il film cammina tra un'umanità la cui vita sembra aver perso ogni senso, semmai lo abbia avuto.
In Concorso a Orizzonti, Liberami conferma come un'idea interessante e un tema forte possano restituire al documentario italiano quella vitalità che spesso si perde dietro a tematiche abusate e alla ricerca di inutili presunzioni artistiche.
07/09/2016, 11:20
Stefano Amadio