VENEZIA 73 - Il Premio Kinéo Diamanti al Cinema
si schiera ancora una volta con WeWorld
Il
Premio Kinéo Diamanti al Cinema si schiera per il terzo anno consecutivo con WeWorld per difendere i diritti delle donne e contrastare ogni forma di violenza.
Grazie al sostegno di Rosetta Sannelli e Tiziana Rocca, al timone del premio, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia i riflettori saranno puntati ancora una volta sul terribile problema della violenza sulle donne.
WeWorld, Organizzazione che si occupa di garantire i diritti dei bambini e delle donne vulnerabili in Italia e nel Sud del Mondo, presenterà la campagna di sensibilizzazione #potreiessereio - firmata dal fotografo Fabio Lovino - contro la violenza sulle donne.
In anteprima per Venezia lo spot realizzato dall’attrice Carolina Crescentini per raccontare le paure e le difficoltà di chi subisce violenza e non sa come uscirne.
La campagna nasce dal desiderio di riaffermare che la violenza sulle donne riguarda tutti noi perché in Italia 1 donna su 3 subisce una violenza. Le vittime sono molto più vicine di quanto si creda. Tutti dobbiamo prenderci la responsabilità di quanto sta accadendo nel nostro Paese, solo così potremo cambiarlo!
Tra i volti della campagna: Euridice Axen, Rossella Brescia, Regina Baresi, Giulia Bevilacqua, Carolina Crescentini, Elisa di Francisca, Tosca D’Aquino, Christiane Filangieri, Chiara Francini, Caterina Guzzanti, Lucrezia Lante della Rovere, Giulia Elettra Gorietti, Veronica Maya, Clarissa Marchese, Gabriella Pession, Tiziana Rocca, Francesca Senette, Barbara Stefanelli e Debora Villa.
I fondi raccolti sosterranno il programma nazionale di WeWorld contro la violenza sulle donne che comprende sia il progetto SOStegno Donna, che garantisce gli sportelli dedicati alle vittime aperti tutto l'anno 24 ore su 24 nei Pronto Soccorso dei maggiori ospedali italiani, sia i Centri WeWorld per le donne attivi nei quartieri più a rischio di violenza a Palermo Napoli e presto anche a Roma. Qui sono attive anche aree di child care per permettere alle donne-mamme di partecipare alle attività e contemporaneamente favorire uno spazio di osservazione in cui operatrici esperte possano rilevare situazioni di disagio grave, se non addirittura casi di violenza assistita e subita. Sono spesso questi i luoghi nei quali si può ascoltare la voce delle donne, dove il silenzio viene spezzato e la violenza viene riconosciuta da chi l'ha subita.
31/08/2016, 15:14