È un cinema giovane quello di
Roan Johnson. Per storie e scelte narrative. Lo è stato con un esordio che raccontava il movimenti studenteschi di fine anni '60. Si è consolidato con la cronaca degli ultimi giorni da universitari di un gruppo di coinquilini. Si conferma con una terza opera che guarda al mondo dei diciottenni costretti dalla vita a dover divenire adulti il più presto possibile.
Secondo italiano presentato in Concorso in Venezia73, "
Piuma" mostra con la giusta dose di ironia e dolcezza i nove mesi più importanti della vita di Ferro e Cate, carichi di pensieri, paure ed emozioni, che solo l'arrivo di un figlio riescono a darti.
Pensato e scritto con la compagna e sceneggiatrice
Ottavia Madeddu, "
Piuma" mescola elementi tipici del film generazionale con quelli del romanzo di formazione, alla continua ricerca di quella calviniana leggerezza che ti permette di "togliere il peso" da una vicenda di per sé ricca di dramma.
In uno scontro generazionale, in cui i figli giocano a fare i grandi e i padri si comportano come isterici ragazzini, a vincere sono l'amore e l'istinto, due elementi difficili da spiegare, ma forse le vere ed uniche ancore di salvataggio quando la tempesta si fa troppo forte.
Un film piccolo e divertente, con buone scelte di scrittura e ottimi tempi comici, offerti soprattutto dall'accoppiata vincente
Michela Cescon, Sergio Pierattini.
05/09/2016, 16:24
Antonio Capellupo