NAPOLI FF18 - Colpevole di essere innocente
Una completa identificazione con i protagonisti e una sospensione del giudizio sono le due dinamiche su cui si basa "
Non voltarti Indietro", un ritratto sincero e polifonico che spiega le conseguenze degli errori giudiziari. Lo stupore provato da
Daniela Candeloro nel ricevere la visita notturna della polizia è lo stesso avvertito dal pubblico.
L’estraneità alla dinamica che ha avvolto
Antonio Lattanzi nel percorso verso il carcere è la stessa provata dallo spettatore. Questa empatia non può che far intuire fin dall’inizio l’importanza sociologica del film che decide di non soffermarsi sul linguaggio documentaristico, ma esplora altri stili proponendo aforismi e momenti di animazione.
Un racconto ordinato dall’introduzione, dal primo contatto con il carcere, fino all’assoluzione e al tentativo di poter riavere indietro le stesse possibilità di prima.
Sono le storie di
Daniela Candeloro, Vittorio Gallo, Fabrizio Bottaro, Antonio Lattanzi e Lucia Fiumberti, sono i racconti di uomini che hanno bruscamente ridimensionato il loro progetto di vita dentro la celle dei penitenziari, nei tribunali. Le voci si susseguono composte, la rabbia ha lasciato posto a una profonda consapevolezza: il peso delle parole non è mai fuori luogo così come il giudizio degli uomini e delle donne che vivono e lavorano in un carcere.
Non c’è condanna, ma solo la volontà di far riflettere, di svelare quanto una simile esperienza possa distruggere il presente e logorare il futuro. Il punto di forza del documentario di
Francesco Del Grosso è proprio la sensazione di insicurezza e stupore che accompagna le storie: i personaggi rivivono tutto da capo, si emozionano ricordando un contatto con un altro carcerato o una parola di attenzione ricevuta dal secondino. Il pubblico di fronte a una verità così trasparente, non potrà che accompagnarli e sentirsi come loro in un posto sbagliato.
02/10/2016, 09:40
Marta Leggio