Stato di isolamento e di evasione totale dalla realtà circostante dell'individuo completamente assorto su un unico oggetto: la definizione da vocabolario del termine 'estasi' rende bene la sensazione dello spettatore non-juventino di fronte alla visione del documentario dei gemelli
Marco e Mauro La Villa, "
Bianconeri. Juventus Story", presentato in anteprima allo Juventus Stadium e poi per tre giorni al cinema
dal 10 al 12 ottobre.
Partiamo dall'inizio: i gemelli La Villa decidono di realizzare un documentario indipendente sulla
Juventus, la squadra più amata (e odiata) d'Italia, la più nota nel mondo e da sempre o quasi legata a una famiglia proprietaria, gli Agnelli. Il documentario si concentra proprio sul rapporto tra i vari membri della famiglia (in particolare l'
Avvocato, Gianni) e il club, e sportivamente si focalizza sugli anni dai primi '80 (la conquista della seconda stella) al 2012.
Tante, tantissime foto (molti meno filmati, specie di campo) segnano il racconto, affidato alla voce di
Giancarlo Giannini, insieme ad alcune interviste realizzate per l'occasione a campioni come
Del Piero, Buffon, Nedved e altri.
Molta enfasi (inevitabile, probabilmente, in prodotti di questo tipo) sulle gesta sportive, un po' di revisionismo e acriticità sulle pagine più discusse di questi anni (dall'
Heysel alle accuse di doping degli anni '90, per non dire di
Calciopoli che diventa una colpa esclusiva di Moggi in "delirio di onnipotenza"), e soprattutto un racconto che si ferma - tranne qualche cartello finale e pochissime immagini aggiuntive - alla conquista del primo scudetto conquistato da Antonio Conte allenatore (
datato maggio 2012).
Le interviste risalgono a quell'evento,
il blocco narrativo si concentra sulla conquista di quel titolo, il numero 30 per i tifosi bianconeri (che non vogliono tenere conto dei 2 titoli revocati dalla giustizia sportiva): allora perché aspettare fino all'ottobre 2016 per mostrarlo? Un finale come questo rende il documentario "vecchio" ancor prima di andare in sala, scelta difficilmente comprensibile.
In conclusione: documentario ideale per tifosi juventini fedelissimi e un po' ciechi. Per gli altri, visione non obbligatoria...
03/10/2016, 15:39
Carlo Griseri