LA SINDROME DI ANTONIO - Sulle tracce di Platone
Spesso il desiderio di viaggiare racchiude in sé una necessità esistenziale di ricercare in nuovi mondi risposte che aiutino a comprendere se stessi e la propria vita. La stessa necessità che stimola il giovane Antonio,
Biagio Iacovelli, fervido sostenitore di Che Guevara, degli ideali sessantottini e appassionato della filosofa di Platone, a recarsi nei luoghi in cui ha avuto origine il pensiero e cercare la famosa caverna delle ombre descritta dal filosofo. Antonio e il suo viaggio in Grecia sono i protagonisti dell'opera prima di
Claudio Rossi Massimi "
La sindrome di Antonio", tratta dal libro omonimo scritto dal regista.
Antonio con il suo animo puro, dubbioso e un po’ ingenuo per la giovane età parte a bordo della cinquecento prestatagli dalla madre e arriva ad Atene dove conosce Maria,
Queralt Badalamenti, con la quale condivide la sua ricerca tra un mare mozzafiato, i templi e i paesaggi ricchi di mitologia e di cui poi si scopre innamorato.
Riviviamo la sua avventura con un lungo flashback nel passato dello stesso Antonio anziano,
Remo Girone, che ripensa a quanto ha potuto imparare dalla sua "sindrome". Infatti il suo punto di partenza e le sue aspettative non coincidono con ciò che egli trova in Grecia, per questo motivo la sua esperienza è archetipo della vita di ciascuno di noi in cui dubbi, rimorsi, rimpianto, speranze e sorprese dominano incontrollate.
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La sindrome di Antonio" è dedicato al grande regista e attore
Giorgio Albertazzi, il quale compare per la sua ultima interpretazione sul grande schermo nei panni di un personaggio misterioso e silenzioso che attende con la pittura la fine della sua vita.
Il film di Rossi tocca temi e momenti interessanti ma in modo fin troppo didascalico, con dialoghi lunghi che dicono troppo lasciando poco spazio all’ interpretazione dello spettatore e con l’uso fastidioso della voice over che racconta il percorso del giovane Antonio. La recitazione poco convincente e a tratti imitativa mantiene lo spettatore lontano da qualsiasi coinvolgimento emotivo richiedendo una partecipazione più intellettiva con spunti e domande sulla vita dell’uomo.
20/11/2016, 16:38
Chiara Preziosa