TFF34 - A PUGNI CHIUSI, il compagno Lou Castel
Un attore, un militante, un amante passionale, un ribelle. Tutto questo e molto altro ancora è stato in gioventù Lou Castel, attore nato in Colombia, cresciuto tra Giamaica, Stati Uniti e Svezia, ma indissolubilmente legato al nostro Paese.
Oggi Castel ha scollinato i settant'anni, e nel bel documentario "
A pugni chiusi" di Pierpaolo De Sanctis dà vita ad una sorta di flusso di coscienza in cui si libera di tanti pesi e pensieri che lo hanno attanagliato nel corso della vita.
Girando per la periferia romana e ripercorrendo luoghi a lui cari, con capelli spettinati e una sciarpa da divo navigato, Castel ricorda le scelte fatte in seguito al successo de "I pugni chiusi", quel rifiuto verso il ruolo dell'attore, portatore di valori borghesi, in nome di una militanza politica di estrema sinistra.
Scelte tanto radicali le sue, da arrivare ad essere espulso dal nostro Paese agli inizi degli anni '70, per poi fare ritorno e ritrovarsi a vivere una vita per sua stessa ammissione "alienante".
Dall'emozione sincera nel rivedere la casa materna a distanza di anni, al magone ricordando l'occasione persa di lavorare con Federico Fellini, le espressioni, le parole e i gesti dell'attore svedese appaiono profondamente reali, e vanno a comporre il ritratto di un personaggio tanto complesso quanto affascinante.
20/11/2016, 12:47
Antonio Capellupo