TFF34 - MOO YA, osservare senza bisogno della vista
E' proprio vero che per "osservare" qualcosa si ha necessariamente bisogno del dono della vista? Proprio come certi supereroi dei fumetti, esistono individui che sembrano poter entrare in contatto con la natura che li circonda anche ad occhi chiusi, facendosi guidare da una forza a noi sconosciuta.
E' ciò che accade ad
Anthony Modesto Opio, anziano di un villaggio ugandese che il regista
Filippo Ticozzi ha scelto come protagonista del documentario "
Moo Ya".
In una terra martoriata dalla violenza, in cui fratelli spargono sangue di altri fratelli in nome di apparenti battaglie di fede e politica, Opio vive una vita umile e indipendente.
I suoi occhi bianchi come le formiche che pullulano in quelle zone, sembrano apparentemente non percepire nulla, ma è proprio quando il cantastorie decide di partire per un viaggio solitario, munito di solo bastone, che lo spettatore si rende conto del suo passo sicuro e stabile.
Forse è solo casualità, o forse la divinità indigena Moo Ya gli sussurra nelle orecchie la direzione da mantenere. Ma poco importa che si tratti di caso o magia, davanti alla forza di volontà di questo "eroe del villaggio" non si può rimanere indifferenti, e si finisce per porsi una domanda: e se i veri supereroi fossero proprio personaggi come lui?
22/11/2016, 09:07
Antonio Capellupo