Ulrich Seidl a Milano per il FilmMaker Festival
Campione di un cinema controverso, destinato a dividere ammiratori entusiasti ed altrettanto accaniti detrattori (come dimostrò nel 2001 vincendo a Venezia, con Canicola, un Gran premio speciale che le cronache raccontano "invocato" da una parte della giuria e contrastato dal presidente Nanni Moretti),
Ulrich Seidl è uno degli autori su cui FILMMAKER ha indagato più a fondo nel corso della sua storia quasi quarantennale.
Un'attenzione, quella del festival milanese, che dopo essere culminata in una retrospettiva nel 2006 e proseguita negli anni successivi, prosegue nell'edizione 2016 (in programma fino al 4 dicembre) con un omaggio che ripercorre "dall’alfa all’omega" la carriera del pluripremiato cineasta austriaco: da due rare opere degli inizi, appena restaurate dall'Austrian Film Museum (l’esordio Einsvierzig, 1980, subito accusato di “Sozialpornographen”, e Der Ball, 1982, che gli “valse” l’allontanamento dalla Vienna Film Academy), al suo ultimo lungometraggio, "
Safari", che mostrando le vacanze africane della classe media austriaca e tedesca offre una riflessione – come sempre sconvolgente – sui mai sopiti istinti coloniali europei.
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Nel cinema di Seidl" - spiega il direttore di Filmmaker,
Luca Mosso - "
il controllo formale si sposa con il massimo della disperazione: ciò lo rende un lucidissimo interprete del nostro tempo, la sua ricerca è quella di un archeologo che rinviene e contempla le sopravvivenze dell'umano in un'epoca che lo ha ampiamente cancellato. Il riso, per chi si accosta a Seidl, è una difesa di breve respiro: dopo un po' diventa chiaro che è difficile prendere le distanze da quelli che in prima battuta sembrano dei patetici freaks. Si finirebbe per ridere di se stessi".
29/11/2016, 15:27