FdP 57 - "Vergot", il gelido dispiegarsi della giovinezza
L’acqua gelida, i canti e il camino acceso sono le tre presenze costanti del documentario
“Vergot". Un film che esplora in maniera intima e dialetticamente incontaminata la vita di due fratelli e del loro padre soprannominato “Il Lupo”. Una realtà ben lontana dalle mode delle metropoli dove le case hanno ancora l’odore del legno intagliato e la gentilezza è un segno di debolezza. In mezzo a questo humus ruvido e antico, vive Gim un ragazzo che pur nella sua timidezza, sta scoprendo la sua omosessualità.
"
Vergot" indaga il difficile dispiegarsi di questa scoperta, resa maggiormente complessa dalla figura del padre che costruisce un muro affettivo nei confronti del figlio e linguistico con lo spettatore. Davanti al difficile rapporto tra i due, il fratello maggiore avrà il compito di mediare, consolando il fratello minore ma, allo stesso tempo, trovando ancora una volta nel padre una conferma delle proprie tradizioni.
Un documentario che coerentemente con i sentimenti del pater familias esprime in maniera ostica la difficoltà di affrontare un tema delicato, come la sessualità, in una realtà geografica che raramente viene mostrata al cinema. Il regista però non sceglie la via del compromesso e mantiene tutti gli stilemi della tradizione che descrive, scelta che premia gli autoctoni e che incuriosisce il pubblico altro.
Abbandonando la finzione, lascia tutto, ancora una volta, al freddo gelido dell’acqua, al calore di un camino e ai canti della tradizione così come delle discoteche.
29/11/2016, 21:06